All’improvviso lui diventa taciturno. Hai fatto o detto qualcosa che lo ha irritato, ma lui non te lo dice e il silenzio ti sta uccidendo. Il motivo può essere futile, come una battuta infelice sulla sua cravatta. «Se fai sentire un uomo criticato o controllato, lo porti a pensare in modo emotivo, che non è il suo forte: nel cervello maschile la trasmissione tra emisfero destro e sinistro è più lenta, quindi lui ha difficoltà a processare simultaneamente ragione ed emozione», nota Shawn Smith, autore di The User’s Guide to the Human Mind. Quando entra in azione il suo cervello emozionale, non gli è facile capire e spiegare perché si senta ferito, e ricorre al silenzio per default.

  • Rispetta la sua scelta. Resisti all’impulso di chiedergli cosa c’è che non va ed evita di chiacchierare per riempire il silenzio. «In questo momento, ogni tentativo di tirarlo fuori dal guscio potrebbe farlo ritrarre ancora di più», dice lo psicologo relazionale Jeremy Nicholson.
  • Evita queste frasi: «Non mi parli perché vuoi rompere con me? Non mi ami più?»; «Oh, ho capito. Devi avere scoperto che l’estate scorsa ti ho tradito. Chi diavolo te lo ha detto?»; «Sei così carino quando fai il broncio!».
  • Lascialo da solo. Esci, vai a fare una passeggiata. Più tardi, quando tornerai, avvicinati a lui e chiedigli in tono spigliato se è tutto ok. «Se dice sì, prendilo in parola e lascia cadere la questione», suggerisce Smith. Significa che ha risolto il problema da sé e ha deciso che è tutto a posto. Davvero. Batterci sopra servirebbe solo a creare un problema dove non ce n’è alcuno.
  • Succede spesso? Allora ne dovrete parlare. In un momento in cui siete entrambi rilassati, digli quanto ti pesa sentire di non potergli essere vicina se è in crisi e chiedigli di cosa ha bisogno da te. «Tirare fuori il discorso in un momento neutro non è minaccioso, ma rende ben chiaro che non vuoi più trovarti davanti al muro di silenzio», dice Nicholson.