È una delle grandi domande che l'Umanità uterina si pone fin dall'alba dei tempi. Addirittura nella Grecia antica Socrate faceva fatica ad ascoltare le raccomandazioni della moglie Santippe, e la letteratura trabocca di donne incazzatissime perché i loro uomini le ignoravano. Il nostro orecchio ha una specie di filtro passa-banda che si attiva quando una donna attacca a parlare, e ci fa percepire la voce come un flusso di PIIII PIIII PIIII che dopo qualche secondo diventa monotono o fastidioso. 

Avevi detto di girare a destra? Quando? Ecco, siamo imbottigliati nel traffico. Avevi detto di pagare le bollette? Quando? Toh, è saltata la luce. Avevi detto che me l'avevi detto? Quando? Oh, una lettera dell'avvocato divorzista. Abbiamo tutti vissuto una situazione del genere, e i motivi sono parecchi (tutti da leggere con voce gutturale e clava in mano).

1. Donna, tu parli troppo.

L'aggettivo più comune affibbiato a un uomo è "orso". La stragrande maggioranza di noi parla poco e solo quando è necessario. Se il mondo fosse popolato di soli uomini la comunicazione interpersonale sarebbe ancora basata su versi e frasi telegrafiche tipo: «Io fame, io caccia, tu aiuta, tu mangia». Voi ragazze siete l'opposto, tendete a usare un sacco di parole, a volte parlate per il solo piacere di comunicare con qualcuno, cosa inconcepibile per un maschio (escludendo i vecchi e i bambini, che sono la stessa cosa). Un buon esempio è l'abbigliamento. Se noi proviamo una camicia e vi chiediamo come ci sta, inizierete una disamina su stoffa, spalle, forma del corpo, linee, colletto, occasioni in cui portarla. Noi vorremmo solo un "bene" o "male". Tutto il resto è superfluo e il nostro orecchio si rifiuta di tradurlo.

2. ...e di cose che dio Schwarzenegger non approverebbe

Sentimenti, emozioni, sensazioni, atmosfere, sono parole che ci terrorizzano. Non sappiamo gestirle, figurati comunicarle. Un uomo può piangere davanti a suo figlio solo in due occasioni: quando nasce e guardando il finale di Terminator 2. Punto. Quindi, se vi mettete a sproloquiare di emozioni o scoppiate a piangere nel pieno di una crisi esistenziale, il nostro orecchio sostituisce le vostre parole al suono di migliaia di vuvuzela. Noi ci sforziamo di capirvi, ma davanti alla frase "non esiste un paradiso per i gatti" ci arrendiamo. Se poi ci mollate vi domanderemo come mai, voi v'incazzerete ancora di più e ci lascerete lì confusi: dopotutto portavamo cibo in tavola e ci accoppiavamo, che c'era che non andava?

3. Abbiamo ben altri problemi

Una cosa che non potete immaginare è la quantità d'informazioni inutili che ci passano per la testa. Calcio. Fantacalcio. Titoli di borsa. Politica. Politica internazionale. Questioni lavorative. Questioni territoriali/condominiali. Idee fai-da-te su come smontare il bagno e rimontarlo, come costruire un tavolo, dove procurarsi la legna, se la sega che abbiamo in casa è ancora utilizzabile. Forse l'idraulico l'altra volta ci ha fregati. Forse non serve chiamare l'elettricista per sistemare l'impianto. E se domani ci fosse un'apocalisse zombie, noi sapremmo dove andare e cosa fare? Nel dubbio, è meglio tenere un'arma sotto il letto. Scusa, dicevi qualcosa riguardo ai sentimenti di tua madre? Ah, tre ore fa? Ma dai.

3. Per esempio, pensiamo all'accoppiamento

Un uomo pensa al sesso con te molto più di quanto ne faccia davvero. Spesso voi volete parlarci di qualcosa mentre noi stiamo tornando con il pensiero all'ultima volta. O c'è venuta in mente una fantasia, o stiamo cercando di trovare un modo per convincervi a fare una certa cosa senza farvi arrabbiare o indignare, perché il rischio di sentirsi dire: «Queste porcate le fai con quelle zoccole delle tue ex» è sempre dietro l'angolo. Se mentre noi stiamo fantasticando su questi temi voi ci spiegate come vorreste riarredare il salotto, l'orecchio stacca la spina e fa partire una musichetta tipo sala del dentista.

4. E poi, lo dice anche la scienza

A parte gli scherzi, c'è anche una spiegazione scientifica a questa domanda. Uno studio pubblicato su NeuroImage gli scienziati dell'università di Sheffield ha scoperto che le voci degli uomini attivano la zona "percettiva" del cervello maschile, mentre quelle femminili stimolano la parte "acustica". In pratica, le prime ci viene automatico comprenderle, invece le seconde le percepiamo più come una melodia e tendiamo ad ascoltarle come una musica di sottofondo. Insomma, siete la colonna sonora della nostra vita. A volte è scomodo, però è anche romantico.

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