Come nasce una storia d'amore?

C'è chi dice con il tempo, c'è chi crede nel colpo di fulmine. C'è chi si incontra e sente di conoscersi da sempre. Zoltar io l'ho riconosciuto ancora prima di incontrarlo.

Era luglio del 2004 e mi ero messa in testa di fare finalmente il viaggio della mia vita: da sola, per la prima volta, e nel paese che avevo sempre sognato di visitare, il Giappone. Non ero mai stata oltreoceano e l'idea di affrontare questa esperienza in solitaria mi spaventava molto, per quanto la meta fosse tutt'altro che pericolosa. Come se non bastasse, ero circondata da persone che mi scoraggiavano in tutti i modi: - È lontano! - È costoso! – Nessuno parla l'inglese… - Ti perderai!

Per cercare di autoconvincermi ho iniziato a cercare informazioni su Google… e ci ho trovato l'uomo della mia vita. Nel bel mezzo delle mie ricerche mi sono imbattuta nel diario di viaggio di un ragazzo che era appena stato in Giappone. Ho iniziato a leggere e nel giro di poche righe tutte le mie paure si sono sciolte: di punto in bianco mi sentivo pronta a partire. C'era qualcosa di indefinibile legato a quel racconto: una specie di déjà vu. Non c'era scritto nulla che già non sapessi ma aveva avuto il potere di rasserenarmi. Era morbido, ironico e leggero. Mi sembrava quasi di sentire il tono di voce del suo sconosciuto (sconosciuto?) autore: il suo nickname era Zoltar e ho pensato immediatamente che doveva essere un tipo davvero speciale.

Durante il mio indimenticabile viaggio ho pensato spesso a Zoltar e alle sue avventure, divertendomi a riconoscere nelle mie sensazioni le stesse emozioni che aveva provato e raccontato lui. Non ho mai pensato di contattarlo e non ho mai detto a nessuno come mai mi ero decisa a partire davvero: era stato come leggere un libro che senti così tuo da volerlo tenere solo per te.

Un anno dopo, stavo riordinando i bookmark del mio computer e all'improvviso sbuca fuori lui. Sono tornata sul suo sito e mi sono resa conto del fatto che non si trattava di uno spazio dedicato solo al Giappone: era un vero e proprio blog che il suo misterioso autore aggiornava regolarmente dal 2001 con pensieri brevi ma molto personali. Aveva un modo di scrivere e di scherzare con la vita tutto suo: era incredibilmente, profondamente familiare. Ho iniziato a leggere senza riuscire a smettere e io, che sono sempre stata una persona realista, mi sono improvvisamente trovata a pensare: questo è l'uomo della mia vita. Noi ci siamo già incontrati. Noi ci incontreremo ancora.

Gli ho scritto, con una scusa banale, mi ha risposto ed è iniziato un rapporto epistolare intensissimo. Nel giro di poco tempo ci siamo scritti centinaia di mail, a tutte le ore, su qualsiasi argomento, brevi e lunghe, serie e - soprattutto - buffe. Rigorosamente amichevoli! Lui viveva a Milano, io a Bologna. Quasi subito l'ho invitato (io! Che non avevo mai fatto la prima mossa, neanche sotto tortura!) a un concerto che si sarebbe tenuto nella mia città di lì a meno di un mese.

Durante quel mese di attesa io mi sono perdutamente innamorata di lui. Non conoscevo la sua voce e non sapevo che faccia avesse perché non esisteva facebook, non ci eravamo mai sentiti al telefono e non chiacchieravamo via chat. Non ci eravamo scambiati foto ma solo parole: e io aspettavo le sue a tutte le ore nella mia casella di posta elettronica.

Il 19 luglio 2005 ci siamo visti, baciati e mai più lasciati.

Il caso (caso?) ha voluto che nessuno dei due avesse programmato le ferie per agosto: così, a me (che, ricordiamocelo, mai nella vita avrei osato fare la prima mossa) è venuto spontaneo proporgli di partire insieme e a lui è venuto naturale dirmi subito di sì. Siamo stati tre settimane in giro per l'Europa e una settimana a Milano, a casa sua: dopo quel primo viaggio non c'era più nessun dubbio. Era come se l'avessi finalmente ritrovato, dopo tanto tempo: ed era come se quella pausa intermedia non ci fosse stata mai.

Poche ore prima del nostro primo appuntamento gli ho scritto una lettera che iniziava così: "Se stai leggendo queste righe, per te oggi è il 19 luglio 2006, per me è appena iniziato il 19 luglio 2005". In questa lettera gli scrivevo che mi ero innamorata di lui ancora prima di conoscerlo e che avevo intenzione di confessarglielo solo il giorno del nostro primo anniversario. Quel giorno è arrivato e io gli ho dato la mia lettera.

Oggi condividiamo la vita e una casa che è anche il nostro ufficio: siamo entrambi liberi professionisti e questo ci permette di passare tutto il tempo insieme. Una cosa che mai avrei desiderato fare con nessun altro prima di lui! Il fatto è che non ci annoiamo mai: abbiamo sempre qualcosa da raccontarci, anche dopo un'intera giornata trascorsa nella stessa stanza.

Il 19 luglio 2013 festeggeremo 8 anni di amore. Lo festeggeremo a modo nostro, come sempre mano nella mano. Mai vista, anzi saltata a piè pari la famigerata crisi del settimo anno – già vissuta con i due precedenti fidanzati… che avevo infatti lasciato – mi ritrovo finalmente serena accanto alla persona giusta. L'otto è un bellissimo numero: mi piace pensare che per noi non sia una cifra casuale ma il simbolo dell'infinito, dall'infinito passato in poi, ruotato di 90 gradi solo per non dare troppo nell'occhio.

Naturalmente, non sempre è stato tutto rose e fiori. Andiamo molto d'accordo ma questo non significa che non ci siano scontri o che la vita non ci abbia messo davanti a situazioni difficili. Abbiamo attraversato lutti e momenti duri perché anche due persone che stanno benissimo insieme ne vivono.

Qual è, allora, il segnale che una storia d'amore funziona? C'è una cosa che a lui dico spesso: stare insieme a te è sempre stato facile. È come se, voltandomi indietro, nulla di quanto abbiamo affrontato di faticoso abbia lasciato il segno tra noi due. Noi siamo sempre stati mano nella mano.

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