La vituperata globalizzazione ha almeno un vantaggio certo: da quando mondo è più piccolo, il maschio italico non è più l’unica opzione.

Applausi, please.

A questo penso mentre la mia collega Rita mi racconta del tipo slovacco che ha conosciuto a una delle sue cene di Couchsurfing. Il suo racconto mi fa venire in mente il Turco.

Aperitivo di quelli senza prospettive di incontri interessati, giusto una tappa di decompressione prima di tornare a casa. Tra me e D, l’amico che mi ha invitato, si siede questo ragazzone con i lineamenti marcati e una folta barba nera. Me lo presentano, viene da Istanbul. Ero stata in Turchia giusto un mese prima e la fauna locale mi era sembrata né più né meno come questo qui: smaccatamente mediterranea (io sono cresciuta con la passione per Svedesi e affini) e poco degna di nota. Tuttavia mi mostro gentile: dovere di ospitalità.

Finché.

Finché inizia a fare caldo.

Lui toglie la felpa con il cappuccio, e dalla t-shirt nera esplodono questi bicipiti che mi causano momentanea asistolia, annebbiamento della vista, azzeramento della salivazione.

Sgrano l’occhio in direzione del mio amico D.

Lui deride la mia reattività ormonale ma tempo cinque minuti “ci” autoinvita a pranzo a casa del Turco per quella domenica.

Arriviamo in anticipo e io mi piazzo a grattuggiare carote accanto a questo metro e ottanta di muscoli. Grattuggio e parlo. Parlo e grattuggio. Secondo la mia amica M. gli uomini bisogna ascoltarli, non stordirli, comunque sia lo stalking verbale funziona perché dopo qualche settimana (e un numero imprecisato di messaggi su Fb e ore di chat su Skype), usciamo a bere una birra.

Mica facile, eh.

Il Turco è più giovane di me: D. ed io concordiamo che abbia intorno ai 28 anni.
Viene da un Paese dove, per una ragazza, zompare nel letto di uno appena conosciuto non è la norma.

È timido.

Insomma: dopo il pub, ci mette mezz’ora per invitarmi a salire a casa sua (io, mai stata brava nell’arte della pazienza, nell’attesa mi fumo cinque Camel).

Il resto, però, è cronaca di una notte senza smagliature.

Perché, diciamolo: quante volte capita di avere tra le mani un uomo che, ovunque lo tocchi, trovi bellezza? Voi ci siete mai state con uno che ha sexy pure le ginocchia? Be’, io no. E il Turco le ha. Ammettiamo che per certi uomini, 4 ore di palestra al giorno sono un investimento più che redditizio.

Rincuorata dal sentore che non sia uno scopatore seriale, quando restiamo a corto di preservativi, esito poco prima di ricorrere al (solitamente fuori questione) coito interrotto.

Mi assicura che tutto si sia svolto come da copione (e non quello di un film dell’orrore) e fine. Alle prime luci dell’alba ci salutiamo da bravi adulti consenzienti.

Per un po’ ci mandiamo qualche messaggio su fb.

Due mesi dopo mi contatta in chat:

- Ti posso raccontare una cosa che mi agita un po’?

- Certo

- Ho sognato che eri incinta, mi sono svegliato agitatissimo

- Ah ah ah ah ah

- Lo sono tutt’ora

- Ah ah ah ah ah

- Nel mio paese i sogni fatti all’alba sono premonitori

- Ah. Tranquillo, non credi che te l’avrei detto?

- Be’, magari no, sei una donna occidentale emancipata…

- Tranquillo. E poi i sogni non significano mai quello che sembrano. Magari ti sentivi in colpa perché l’abbiamo fatto senza preservativo. Oppure desideri un bambino. Ah ah ah.

- Nooo, magari quando sarò più grande. A 19 anni è ancora presto!

Silenzio (virtuale)

Panico (reale)

- A… QUANTI anni???

- 19. Ne dimostro di più, vero?

Almeno 28, lo giuro vostro onore.

Andare a letto con uno del’età di mio nipote.

Ohmygod.

Evito lo sguardo di mia sorella (madre del nipote) per due settimane.
Poi me ne faccio una ragione.

Li crescono bene, i maschi, in Turchia.

Solo, dovrebbero mandarli in giro con il libretto di istruzioni.