Al cinema, la disfatta sentimentale cronica pare essere femmina. Pensa a Bridget Jones: viene presentata come il mito moderno della delusione amorosa seriale e di tutte le storie finite male (o prima ancora d'iniziare). Eppure, non è così. Magari la donna potesse farsi carico della sfiga sentimentale cosmica! Se però la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. E un po' per ragioni congiunturali, un po' perché a 30 anni si è inclini ad autocommiserarsi, colpisce gli uomini single tanto quanto le donne (se non di più). Da quando sono tornato solo, infatti, è come se avessi inghiottito un magnete che mi trascina verso gli abissi più oscuri.

Ecco le prove, ovvero i miei incontri da dimenticare

Il podio più alto spetta alla ragazza che dopo una notte di passione comincia a snocciolarmi la storia dei suoi incontri sessuali più esaltanti (quello con me non è compreso). Mi spiega che è ninfomane e bisessuale. Rispondo: «Ok», nella speranza che le sue ambizioni narrative si plachino. Non succede. Ama usare oggetti domestici per scopi diversi da quelli più ovvi e adora, fra le altre cose, un certo tipo di violenza, il che andrebbe anche bene se il nostro rendez-vous non fosse appena terminato. Dirlo prima, no? E che dire, poi, dell'amica con cui andava piuttosto bene, finché non ho osato invitarla a cena da me e lei si è presentata con una coppia di identiche tovagliette decorate con cuoricini in regalo? Apprezzo le grandi passioni e i colpi di fulmine, ma entrare in casa mia per la prima volta con due oggetti romantici abbinati, è stato come sfondare la porta con un caterpillar. Sono cose che possono spaventare.

Certi errori uccidono qualsiasi passione

Una delle peggiori defaillance della mia vita, tuttavia, è imputabile a me. La chiamerei "la disfatta del congiuntivo". In un momento di grande coinvolgimento tra le lenzuola vengo travolto dalla necessità di dire qualcosa di sporco. Quindi comincio: «Se avrei saputo...». Sento che lei si blocca. Mi fermo anch'io. Fine dell'incontro. Vogliamo parlare, poi, di quello scricciolo un po' troppo territoriale che, dopo una decina di giorni che ci frequentavamo, scoprendo che andavo a trovare un'amica libraia (normale, per uno che di lavoro fa lo scrittore...) si fa ricoverare al pronto soccorso in preda a una crisi di gelosia? O forse sarebbe il caso di ricordare la cara, dolce ragazza che al primo appuntamento mi confessa di avere appena spedito un pacco pieno di letame al suo ex? Devo riconoscere che queste esperienze sono più vicine alla seconda stagione di American Horror Story, quella ambientata in una clinica psichiatrica, che a Bridget Jones. Forse l'equilibrio mentale è fuori dalla mia portata.

Anche farsi scaricare può diventare un'arte

Posso anche vantarmi di essere stato vittima del più maldestro tentativo di dare buca a qualcuno. In virtù del noto meccanismo secondo il quale più passione c'è da una parte, più indifferenza ci sarà dall'altra, può capitare infatti che tu attenda impaziente di vederla, mentre lei nemmeno un'ora prima del vostro appuntamento ti dice che piove. Ora: la pioggia a Milano è un fenomeno meteorologico comune. Quando piove, di norma, si usa l'ombrello. Si sta al coperto. Insomma, nulla di trascendentale. Così tu le rispondi: «Non è un problema, posso passare a prenderti in auto». A quel punto, però, lei scopre di avere molte cose da fare. La più impellente, sostiene, è stendere i panni.