1. Se guardandoti la scollatura esclama "maiàl!" non ti sta offendendo. Non si sta riferendo a un suino, che in ferrarese si dice "busgàt", ma alla contrazione dell'antica esclamazione "mai al mondo!". Dagli insaccati alla metafisica. "Maiàl" il ferrarese lo usa come intercalare universale. Perché il ferrarese nega il Mondo. Gli preferisce il Nulla. Se gli pesti un piede dice maiàl, guardando un tramonto dice maiàl, se lo derubano dice maiàl, se fa gol dice maiàl. E, se hai un bel seno, dice maiàl.  

2. Se quando lo baci sospetti sia morto non preoccuparti. Le sue viscere non sono in putrefazione, avrà mangiato la salama da sugo, regina della tavola ferrarese: coppa di collo, guanciale, lingua, fegato, pepe, noce moscata, vino rosso…tutto insaccato nella vescica del busgàt, essiccato, stagionato e bollito. 

3. Non preoccuparti nemmeno se accarezzandogli le parti basse senti un rigonfiamento anomalo. Ferrara è la piccola Pechino, l'Amsterdam padana, la città delle biciclette: il ferrarese è tutt'uno con il suo velocipede. Un centauro con la dinamo. Buona parte della pavimentazione del centro storico è costituita da sampietrini. Per ogni pedalata le sollecitazioni sono devastanti: a trent'anni i cittadini hanno già prostate come cocomeri. 

4. Familiarizza col concetto di "pedàl". Può capitare che in un negozio tu gli consigli un capo alla moda, magari attillato, e lui, con l'aplomb che lo contraddistingue, ti risponda: "Oh, bela, a' son mina 'n pedàl!". Cioè: "Guarda, cara, che non sono per nulla un pedale". La sua proverbiale simbiosi con la bicicletta non arriva al punto da farlo temere che tu lo identifichi con un manubrio o con un pedale. Con "pedale" il nostro uomo intende "gay". L'etimologia è, se non ignota, almeno molto dibattuta. Ma l'espressione completa è per certo "pedalàz da mura".

5. Dei 9 chilometri di mura medievali che circondano la città il ferrarese va molto orgoglioso. Questa è la sua condanna. Il ferrarese non è del tutto emiliano, non è romagnolo, non è veneto. Il ferrarese è ferrarese. Il mondo esterno è il Male. Cinque o sei secoli fa, alla corte degli Este, qui viveva gente come Ludovico Ariosto, Cosmé Tura, Niccolò Copernico, Tiziano, Torquato Tasso. Oggi c'è Gianni Fantoni. Ma il ferrarese, come dicevamo, non accetta la realtà: si sente a casa nella nebbia. Per quanto possa sembrare rustico, per quanto vanti il reddito più basso dell'Emilia Romagna, in lui abita la stizza del nobile decaduto. È un po' bracciante agricolo un po' conte Mascetti. Adora denigrare Ferrara, ma tu non farlo.

6. Stai pronta a incontrare personaggi bizzarri in giro per la città. A Ferrara è nato Savonarola, che profetizzava l'Apocalisse e predicava la flagellazione, a Ferrara il Tasso ha perso la bussola, a Ferrara de Chirico ambientò quadri psichedelici come Le muse inquietanti. Per le piazze e i bar di Ferrara, tutt'oggi, circola un'incredibile quantità di malati di mente. Da chi gira in canottiera a gennaio a chi chiede ossessivamente, da quarant'anni, "G'at mill franc?" ("Hai mille lire?"); da chi ti ferma per spiegarti come si masturba con l'ausilio di un lenzuolo ben inamidato a chi urla a squarciagola "Amatevi!"; c'è un tizio in uniforme da generale che si profonde in continui saluti militari e c'è un bidello che si crede De Andrè. Ecco, considera che anche il tuo fidanzatino ferrarese, nel migliore dei casi, avrà qualcuno di loro come parente.  

7. Sappi che la Spal, squadra di calcio della città, è appena tornata in serie B. Dopo 23 anni. Moltissimi indigeni si sono riscoperti tifosi. Tanto grande è lo spirito di rivalsa dei ferraresi, tanto grande il loro bisogno di credere nella propria patria, che dopo un paio di calici il vostro ragazzo potrebbe estrarre una sciarpa bianco-azzurra dal cappotto e gridare: "Maiàl ac Spal!". Tu assecondalo con la frase: "Nù a sarèn anc acsì, ma a gavèn un cuòr grand acsì!" ("Noi saremo anche fatti così, ma abbiamo un cuore grande così", ndr.)

8. Come comportarti nella relazione? Un proverbio locale vale più di mille consigli: "Se la fadiga la valca al gust, mola la figa e dat al lambrusc". Il senso lo capisci. Sei avvisata. Anche perché Ferrara è la provincia più anziana dell'Emilia Romagna: se scovi un ragazzo tienitelo stretto.

9. Se ti dice "Mò và ala quaja!" ("Va' alla quaglia!") non è un bel segno. Fino alla legge Merlin del 1958 in via della Quaglia c'era il casino principale della città. Neppure se ti dice che hai le gambe a "ciupeta" è un bel segno. Il termine deriva dalla celebre forma di pane ferrarese, la "coppia": in pratica ti sta dicendo che hai le gambe a x. E con "vèra" non intende che sei una persona autentica, ma che sei una mignotta. 

10. Ferrara è considerata da molti urbanisti la prima città moderna d'Europa. Si parla del '400. Poi è arrivato il Papa. Poi il fascismo. Poi il PC. Il ferrarese tipo odia la Storia. Odia il progresso. Chiama "Grattacielo" in pratica l'unico edificio del comune che supera i cinque piani e che è diventato sinonimo di degrado. Se non te la senti proprio di spergiurare che l'universo è geocentrico, almeno fa' come se il Muro di Berlino fosse ancora in piedi. Metterai il ferrarese di buon umore. 

L'autore di questo pezzo (nella foto in alto) è Enrico Dal Buono, ferrarese DOC, giornalista e scrittore. Da poco ha pubblicato il suo primo romanzo La vita nana (Baldini&Castoldi).