Apre al pubblico sabato 7 ottobre presso la Reggia di Venaria di Torino, una delle mostre più imponenti mai realizzate intorno al lavoro del fotografo Peter Lindbergh, A Different Vision on Fashion Photography. Ideata e realizzata dal Kunsthal di Rotterdam in collaborazione con il curatore Thierry- Maxime Loriot e Peter Lindbergh, resterà aperta al pubblico fino al 4 febbraio 2018. Immagini inedite, appunti personali, storyboard, elementi di allestimenti scenografici, polaroid, provini, film e gigantografie: c'è tutto.
Ma chi è Peter Lindbergh?
Non è un fotografo di moda, è il fotografo di moda per eccellenza. Ha iniziato lavorando come vetrinista per un grande magazzino, lui che prima di trasferirsi a Parigi e dedicarsi al fashion decide di studiare all'Accademia di Belle Arti di Berlino all'inizio degli Anni 60.
Lui che riesce a fotografare tutte le top model, nessuna esclusa e per le maggiori riviste di settore del mondo: Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell, Monica Bellucci, Linda Evangelista, Eva Herzigova, Cindy Crawford, Stephanie Seymour, Isabella Rossellini, Kate Winslet. La sua fotografia racconta la bellezza, quella che non segue nessun codice estetico preciso, quella capace, seppur in bianco e nero (lo preferisce al colore perché allontana dalla realtà) di influenzare l'intero corso della fotografia di moda.
In quasi 40 anni di attività ha raccontato la femminilità forte e indipendente, vivendone l'evoluzione, combattendone preconcetti e stereotipi, lui che fotografava la moda ma voleva andare oltre i vestiti. Divenne così uno dei maggiori responsabili dell'ascesa delle icone del nostro tempo, le top-model: Naomi, Claudia Schiffer, Helena Christensen, Cindy Crawford e Carla Bruni sono appena scese dalla passerella milanese, dopo aver reso omaggio al grande Giorgio Armani.
Il tema è attuale come è attuale la sua idea di fotografia: niente artifici, niente donne in serie, tutte perfette e scolpite, spazio alla naturalezza. E' coraggioso, come solo chi vuol cambiare le cose sa essere.
Diverse le sezioni in cui è possibile ripercorre la sua evoluzione creativa: Supermodel, Stilisti, Zeitgeist, Danza, Camera Oscura, L'ignoto, Il grande schermo, Icone.
In Supermodel le immagini mostrano come i venticinque anni trascorsi non abbiano scalfito la bellezza e la personalità di Naomi Campbell, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Christy Turlington e Tatjana Patitz, che all'epoca erano solo delle sconosciute.
Come poi abbia plasmato l'immagine dei vari brand e la collaborazione con 25 fashion designer in epoche diverse, del calibro di Comme des Garçons, Giorgio Armani, Prada, Donna Karan e Azzedine Alaïa, è raccontato invece nella sezione Stilisti.
Il "Poeta del Glamour" come in tanti lo hanno ribattezzato, minimalista e post-moderno, libera le donne ma non solo, perché sovverte i rigidi canoni del mondo della moda semplicemente giocando con i concetti di maschile e femminile.
Si considera anti-glamour, fotografa la verità e ignora lo status sociale e ogni sua possibile considerazione, diventa pop e scatta le icone di quel movimento culturale: Kate Winslet, Charlotte Rampling, Eddie Redmayne, Keith Richards.
Ed è l'unico fotografo al mondo ad essere scelto per tre volte (1996/2002/2016) per realizzare il Calendario Pirelli, lui che è stato più volte in mostra alla Kunsthal di Rotterdam, al Victoria & Albert Museum di Londra, al Centre Pompidou di Parigi, all'Hamburger Bahnhof di Berlino, al Bunkamura Museum of Art di Tokyo e al Museo di Belle Arti Pushkin di Mosca.
Ed è sempre lui a dirigere film e documentari, tra il successo di pubblico e la consacrazione data con il premio come Migliore Documentario al Festival Internazionale del Film di Toronto (TIFF) nel 2000 a Inner Voices (1999).
E' bello vedere la donna attraverso i suoi occhi, è autentica, è una persona prima di tutto, è cruda, seducente, romantica. Chi non sarebbe voluta finire in uno dei suoi scatti, almeno una volta nella vita!