Quando ero bambina sognavo mondi fantastici, abitati da fate, principi azzurri e castelli incantati. Mi avvolgevo sui fianchi una coperta, fingendo che fosse una crinolina e volteggiavo abbracciata al mio orsetto di pezza Gino, credendo che fosse un giovane cavaliere in alta uniforme. La mia cameretta allora si trasformava in una sala da ballo con i marmi a terra e luccicanti lampadari sulla mia testa. Crescendo ho scoperto che ahimè, quel cavaliere era solo un peluche senza un occhio, che i principi non sono poi così azzurri, che le coperte vanno usate solo per vestire i letti e che la vita, fatta di impegni e sacrifici, non è sempre così fiabesca. Ho mantenuta salda in me questa consapevolezza fino a quando, settimana scorsa, ho ricevuto l'invito per un Gran Ballo.

A consegnarmelo, non un dignitario di corte in livrea, ma una mail dell'ufficio stampa dell'evento. Il messaggio mi invitava a partecipare all'evento "Vienna sul Lago" che, giunto alla sua XXII edizione, vede impegnati gli Allievi Ufficiali dell'Accademia Navale di Livorno e 42 giovani debuttanti della società italiana e internazionale (quest'anno per la prima volta, anche la giovane americana Victoria Taylor) in una serata all'insegna della cultura e della solidarietà. Il ricavato della serata, infatti, è devoluto in beneficienza a favore della fondazione Telethon.

Il Gran Ballo della Venaria Reale di Torino, diventa la manifestazione di riferimento per le millennials con un debole per le fiabe d'altri tempi che vogliono realizzare un sogno in un contesto davvero magico, rivivendo una storia settecentesca: quella dell'ingresso in società. 

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Giusto il tempo di accettare l'invito e sono già concentrata sull'abito. Niente bacchetta magica però. Qui serve la telefonata giusta alle mie fate madrine per una sera... Ed ecco in un pomeriggio si materializza uno splendido abito di Tara Jarmon, tempestato di pietre e cristalli sul corpetto e arricchito da una nuvola di tulle nero per la gonna.

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Il mio cocchiere è un simpatico autista di nome Italo che mi scorta fino alla Reggia, dove, alle 19 in punto inizia la serata. Davanti ai miei occhi, il fasto e l'incanto di un vero Palazzo da fiaba, con le sale maestose, gli arazzi, le statue e gli stucchi di fine Seicento.

Dopo il cocktail di benvenuto prende il via la serata, presentata dal giornalista e scrittore Alessandro Cecchi Paone. E alle 20:30 le debuttanti, al braccio dei loro Cavalieri, fanno il loro ingresso dalla porta della Galleria Grande della Reggia Sabauda sulle note dell'Orchestra Mozart di Torino per iniziare a volteggiare nei meravigliosi abiti firmati Carlo Pignatelli.

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Ho respirato l'incanto e la magia. In quei volti dolci e sicuri di sé, nelle note della musica classica, nei candidi e preziosi abiti in georgette e taffettà, nell'atmosfera elegante e raffinata di un vero Palazzo Reale.

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Mentre ero lì col naso in sù a rimirare tutto quello splendore in totale visibilio, un giovane in tight, mi chiede di ballare. Ed ecco che vent'anni dopo, quel sogno di bambina si è trasformato in realtà: un valzer vero in un castello vero, con un cavaliere in carne ed ossa e con entrambi gli occhi, in un abito da sogno.

Dopo il Pranzo di Gala, curato degli allievi dell'Istituto Alberghiero "E. MAGGIA" di Stresa, in una elegante sala e che ha visto l'alternarsi di pietanze squisite e ricercate, si sono riaperte le danze. La fortuna delle fiabe moderne è che sono libere da regole fisse e a mezzanotte in punto era ancora tutto lì, le ragazze hanno fatto la foto di rito di fronte ad una pantagruelica torta, mentre i sommelier dell'A.I.S hanno sciabolato tre bottiglie Magnum di Blanc de Blanc.

Ancora un ballo, ancora una passeggiata sulla splendida balconata antistante l'immenso giardino della Reggia e arriva l'ora di lasciare la festa e tornare in albergo. Ero lì, trasognante e stordita da quella serata così perfetta e dal Franciacorta quando, scendendo la grande scalinata del Palazzo, sono inciampata nel vestito. A prendermi al volo, evitandomi un disastroso ruzzolone giù per i gradini (oltre che una figura non proprio principesca), è stato lui. Vi starete chiedendo, un principe?

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No, un volontario del Cisom di Torino, che cura logistica e sicurezza dell'evento, in divisa arancione. Quello sguardo, quel sorriso, mi hanno fatto capire che la vita vera è così. Le principesse non perdono le scarpe, ma a volte cadono. L'importante è rialzarsi sempre. I principi non sono sempre come ce li aspettiamo: a volte sono arancioni. E i sogni, quelli che fanno battere il cuore, si realizzano sempre, basta credere fortemente in essi. Il bello della vita vera è proprio questo.

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Curiosità e backstage

Da brava Cosmoinviata mi sono intrufolata nel backstage dell'evento e tra una prova d'abito e una cotonatura sono riuscita a strappare una piccola intervista agli addetti ai lavori e a Sara Revellino, una giovane debuttante. Tra un selfie e una smorfia rubata, i flash di Cosmopolitan hanno catturato questi momenti ricchi di emozione e divertimento.

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Alle mie domande rispondono Fabrizio di L'Estetica di Torino e l'hairstylist Michele per Scuole Tecniche San Carlo, sempre a Torino.

Fabrizio, qual è il trucco della debuttante perfetta?

F- C'è una debuttante perfetta? (ride) Sicuramente un trucco leggermente correttivo, proprio perché nessuna donna è perfetta, ma esserlo per una sera è esaltante. E un bel contouring.

Quindi un trucco nature?

F- Si, dai colori tendenzialmente caldi che riprendono i toni della pelle e certamente nulla di eccessivo, quindi no ai colori sgargianti.

E per le labbra?

F- Colori poco appariscenti, rosa o pesca.

Il trucco delle ragazze lo scegliete voi?

F- C'è chi chiede qualcosa in più o qualcosa in meno, occorre vedere se quel qualcosa è in armonia col volto delle ragazze. Non sempre si sta bene con quello che si crede o con quello che piace.

Quali sono quelle cose che creano il look della principessa moderna?

F- Qualche brillantino e il sorriso per il selfie perfetto.


Michele, quali sono le caratteristiche dell'acconciatura di una debuttante?

M- Ciocche pulite, non si devono vedere mollette o invisibili.

L'acconciatura più richiesta?

M- Decidiamo noi, in base alla forma del viso. Se una ragazza ha il viso ovale, il capello deve essere più piatto possibile e sviluppato sul dietro.

Qual è la vera acconciatura da principessa?

M- La banana, fai una cucitura sulla testa con le forcine e si portano tutti i capelli da un lato, isolando il ciuffo.

Cosa serve a una ragazza per sentirsi principessa?

M- Tanta lacca, vuole sentirsi perfetta!


Ed ecco cosa ci ha raccontato Sara Revellino, una delle debuttanti. 

Prima vera serata da principessa?

S- Si, però sinceramente un po' principessa ci si deve sentire tutti i giorni.

Come immagini sarà il tuo principe?

S- La cosa importante non è il cadetto, ma l'evento in sé, la tradizione e tutto ciò che la circonda: l'eleganza della sala, l'orchestra dal vivo, la bellezza degli abiti.

Ma a proposito di moda, qual è l'abito che fa la principessa?

S- Come tutte le scene da film, quello che sa strapparti una lacrimuccia.

Di tutte le debuttanti sei l'unica con il rossetto rosso, come mai?

S- Si, l'ho scelto io, perché mi sento più a mio agio con un trucco soft sugli occhi e delle labbra grintose. Perché la vera principessa è sicura di sé, sa stare ovunque e non ha paura di niente.