Erano i tempi di Happy days, di quei giorni spensierati quando i ragazzi portavano i capelli con la riga e ascoltavano Elvis dai jukebox. E le ragazze sognavano, guardandoli da lontano. Era la generazione dei messaggi cifrati dentro gli sguardi, della brillantina, delle lettere d’amore. Delle cose che non esistono più e vivono nel ricordo e nelle fotografie in bianco e nero di ritratti affascinanti, di donne sensuali dietro una camicia abbottonata fino al collo, quando bastava un rossetto rosso per creare scandalo.

Gli anni 50 sono stati un’epoca incantata, persa in uno spazio temporale che rivive nelle gonne a ruota, nei foulard annodati sulla testa come una fascia, negli occhiali da gattina. Ma il vintage non è solo questo: non basta una borsa d’epoca per comportarsi da fifty girl, bisogna istruirsi e acquisirne l’attitudine.

Innanzitutto bisogna munirsi di quel talento nell’incedere, di un modo di fare, camminare, parlare. Sbattere le palpebre per calamitare gli sguardi, come una pin up. Dimenticare i sandali con plateau e rassegnarsi alle decolletè con mezzo tacco. Entusiasmarsi alle note di un rock and roll, e ballarlo se si ha un Danny Zuko a disposizione.

Solo allora sarai pronta per lo step successivo: il guardaroba. Via libera a fantasie, pois, righe e colori accesi. Diventa ingorda di tutto ciò che promette una vita alta, un pantalone, una gonna a ruota, una pencil skirt, un hot pants, ma che accarezzino le curve, senza ostentarle, prendendo spunto dalla fashion stylist Tina Leung in foto.

Due o più camicie da annodare strette e un paio di guantini racing che scoprano il polso, per immaginarsi on the road al volante di una spider scapottata, con un foulard sulla testa e le ciocche di capelli che sfuggono selvagge. E per finire, un costume da bagno in perfetto stile riviera romagnola di qualche decennio fa, un bikini che nasconda ombelico e fianchi, e sia intriso di quel pudore che, per chissà quale ragione, rende così femminili e sensuali come nessuno. Poi, smalto e rossetto rosso fuoco, sguardo languido e il gioco è fatto.

Del resto, la moda non è altro che questo, un gioco.