Come vi siete conosciuti e quale percorso vi ha condotto ad una linea vostra?

Ci siamo conosciuti per un progetto universitario, seppur provenienti da due percorsi diversi, moda e architettura. Abbiamo lavorato assieme e ci siamo trovati bene, riuscivamo ad unire il nostro stile e i nostri gusti senza prevaricare l'uno o l'altro e il risultato ci sembrava interessante. Poi dopo alcuni mesi abbiamo iniziato a fantasticare sullo sviluppo di questo progetto come una linea nostra, il momento, il nome del brand, il team, sembrava tutto perfetto, così abbiamo deciso di lanciarci.

Perché il nome EDITHMARCEL?

Il nome EDITHMARCEL è nato un pò per caso, sebbene in realtà il concetto si adatti perfettamente al nostro DNA. Edith rimanda ad Edith Piaf, nostra icona di ispirazione non solo per il suo stile, ma sopratutto per il suo carattere e la sua personalità: una fisicità gracile e minuta che racchiude una personalità forte, con una storia difficile e mille sfaccettature e difetti. Ci piace associarla ai nostri capi, lei era qualcosa di inaspettato, ci si chiedeva se quella voce potesse provenire veramente da lei e come fosse possibile.

Marcel invece è il suo amato, l'uomo che ha perso la vita per raggiungerla: ci piaceva la contrapposizione di questa donna minuta e il suo amato, un uomo grande e grosso, un pugile appunto; ci piaceva la loro storia d'amore struggente e ci piaceva l'idea di avere un nome unico, formato da due nomi, uno maschile e uno femminile. Inoltre c'è il francese, lingua di un paese a cui siamo molto legati, e pure i font del logo sono le due versioni dello stesso font: Mr e Mrs Eves.

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La linea ha come punto di partenza uno stile genderless. Perché questa scelta e come si è evoluta dai vostri esordi?

Alla base della scelta, o meglio della non scelta di un genere per il nostro brand, ci sta la libertà: la libertà di poter scegliere come vestirsi senza dover per forza associarsi ad un identificativo genere sessuale; ci piace pensare che una persona possa entrare in un negozio e avere la libertà di poter indossare tutti i nostri capi. Dalla prima collezione abbiamo sempre mantenuto questo carattere, sebbene si sia evoluto proprio in termini di libertà: nelle ultime collezioni è possibile trovare capi che sono decisamente più femminili, ma modellisticamente parlando possono sempre essere indossati da ambi i sessi, ci eravamo accorti che noi stessi ci precludevamo alcune cose perché troppo femminili o maschili e questo andava contro il nostro pensiero di libertà.

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Quali le vostre icone di riferimento e da dove arrivano gli input ispirativi?

È difficile poter determinare icone di riferimento assolute per noi, nel senso che variano da periodo a periodo, da collezione a collezione, e per la maggior parte delle volte è il loro carattere o la loro allure che ci colpisce. Marion Cotillard è un'artista che ci ispira in continuazione, il suo modo di parlare ci cattura, e la sua eleganza innata ci emoziona sempre. Poi ci sono registi come il più classico Fellini o il più attuale Xavier Dolan che, grazie ai loro immaginari, ci danno ispirazioni e riferimenti per le nostre collezioni, a volte anche solo lasciandoci un gusto. Ma gli input ispirativi arrivano anche, se non maggiormente, dai luoghi, le esperienze e la gente comune, quello che ci lasciano e i sentimenti che ci provocano.

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Avete partecipato al concorso WION. Quale il ricordo e l'importanza di questo concorso per voi?

Consideriamo WhoIsOnNext? un po' come il battesimo di EDITHMARCEL, un secondo inizio. Ci ha permesso di crescere moltissimo in pochi mesi, di capire la direzione verso dove volevamo andare e di crescere personalmente e professionalmente. Il ricordo di quest'esperienza è bellissimo, abbiamo lavorato e conosciuto molti professionisti del settore che ci hanno lasciato moltissimo, e abbiamo legato molto anche con gli altri designer partecipanti al concorso, con i quali ci vediamo e aiutiamo ancora oggi.

Ci raccontate la collezione presentata prima ad AltaRoma e poi durante la Fashion week milanese, per la f/w 2017-18?

Per la collezione invernale ci siamo lasciati ispirare dai tessuti e da ciò su cui avevamo lavorato per l'estivo: in "Giulietta degli spiriti" una volta superati i caratteri estetici del film ci aveva affascinato lo stato di depressione e confusione di Giulietta Boldrini e i suoi sogni/incubi. Abbiamo così deciso di approfondire e siamo finiti sugli immaginari evocati dalla pittura dell'artista irlandese Francis Bacon, lavorando sull'equilibri tra linee asciutte e volumi oversize e tessuti a contrasto come freschi di lana, organze, panni di cashmere, angora, mohair e alpaca, poi ecopellicce, tessuti gessati e a pois.

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Il vostro ideale di eleganza?

Si potrebbe associare l`idea di eleganza al concetto di "je ne sais quoi" (non so che), u'espressione a cui si ricorre per esprimere qualità non adeguatamente descrivibili con parole precise e definite. Quindi ecco che l'eleganza diventa un connubio, un armonia tra le parti, le sfumature nei modi, nei gesti, nel tono della voce, nell`indossare gli abiti, nel muoversi nello spazio. Ineffabile, di per sé, non si può apprendere, ma quando ci si trova dinnanzi ad essa, non si possono nutrire dubbi nell`ammetterla e riconoscerla.

Cosa è il lusso per voi e ha ancora senso in questo momento storico?

Sicuramente il lusso ha ancora senso in questo momento storico, solamente che il concetto è cambiato, se non addirittura ribaltato. A nostro parere il lusso sono gli interni dei nostri capi, le nostre T-shirt cucite come camicie, è la nostra attenzione alla sostenibilità ambientale, dal tessuto alla realizzazione dei nostri capi.

A chi sostiene che questo non è un Paese per giovani, cosa rispondete?

Rispondiamo che a nostro parere ogni Paese ha i suoi aspetti positivi e quelli negativi: sicuramente al momento attuale ci sono innumerevoli aspetti che lo stato dovrebbe curare per poter agevolare le giovani realtà aziendali come la nostra che ancora non fa, ma fortunatamente ci sono altre realtà che si occupano di aiutare i giovani, tra le quali Camera Moda, Unicredit, Vogue, AltaRoma e ICE, per non parlare delle innumerevoli aziende che si occupano anche a proprie spese di aiutarci: questo è stato un'aspetto che ci ha stupiti fin da quando abbiamo iniziato.

Progetti e sogni per il vostro domani come marchio?

Abbiamo tantissimi sogni e progetti, anche se i primi superano di gran lunga i secondi. Adesso siamo al lavoro sulla nuova collezione, ma contemporaneamente stiamo lavorando moltissimo sull'aspetto eco-sostenibile dell'industria dell'abbigliamento: è un tema che ci sta molto a cuore e sul quale ci stiamo impegnano molto, cercando di bilanciare il meglio possibile la qualità dei tessuti e dei prodotti, il prezzo economico e il prezzo ambientale che deve essere praticamente nullo. Poi abbiamo alcuni progetti in cantiere di cui però non preferiamo parlare finché non sono sicuri, siamo un pò scaramantici. I nostri sogni invece sono in continuo cambiamento, non abbiamo un sogno specifico verso il quale stiamo puntando, variano in base a come variano le nostre esigenze, in questo momento sogniamo un aereo, il sole e Santa Monica Pier.