La fashion editor stagionata. Lavora nella moda dall'età della pietra. Ormai è abituata al valzer delle 4 città (Londra, New York, Milano, Parigi). La riconosci dal bloc notes che spunta dalla Kelly di Hermès. 

La blogger famosa. Scende da una macchina nera, si mette in posa per la foto street style di rito, si fa un selfie, entra alla sfilata, esce, risale in macchina.

La blogger che si crede famosa. Si posiziona davanti all'ingresso delle sfilate guardandosi dignitosamente attorno, in cerca di qualcuno disposto a fotografarla.

La stalker. È sempre a caccia di inviti: alle sfilate, alle presentazioni, ai cocktail, agli opening, ai party. In genere si muove da sola come una leonessa nella savana e punta una preda facile (vedi: la fashion editor alle prime armi) cercando di scroccarle un invito Standing: il grado zero degli inviti, dove si sta in piedi e non si vede un tubo, ma sempre meglio che restare fuori.

La fashion editor alle prime armi. Schizza come una pallina impazzita in un flipper. Instagramma, twitta, snapchatta. La riconosci dalle scarpe flat e dal pollice opponibile che si muove velocissimo sullo smartphone. 

La beauty editor. A lei non frega niente della passerella, il suo regno è il backstage. Sgattaiola svelta come una faina dietro le quinte dribblando gli stendini. Stalker dei make-up artist e assillo degli hair stylist, a cui riesce a estorcere i più succosi segreti di trucco e parrucco. 

La instagramer. Anche qui ne abbiamo di più tipi. C'è l'instagramer di profondità che vive nella buca dei fotografi. Il pesce pilota che insegue i fotografi a caccia di location interessanti dove fare qualche scatto. Il pesce palla (al piede) degli addetti ai lavori, inviate dagli sponsor, che mitragliano di scatti qualsiasi cosa si muova vicino, davanti o dietro le passerelle.

Il fotografo. Gira per 5 giorni carico come un dromedario, seguito dal suo fedele assistente e dalla instagramer di cui sopra, chiedendosi perché accidenti le sfilate non possono farle ogni quattro anni come le Olimpiadi.

La street stylist professionista. È un manichino umano, vestita dalla testa ai piedi con tutti i pezzi più hot della stagione in corso. Ha addosso l'equivalente di 3 mesi del tuo stipendio. Si piazza nei luoghi caldi della Milano modaiola per farsi fotografare, tipo in Corso Como.

I direttori dei femminili. Si dividono in due categorie: quelle che girano con la cabina armadio in auto e si cambiano tra una sfilata e l'altra (l'auto ha i vetri oscurati o è un minivan, in genere). E quelle che puntano sull'understatement perché non hanno bisogno di farsi notare.

Gli ex direttori. Non dirigono più niente ma te li ritrovi sempre in prima fila tra Jay-Z e Olivia Palermo. Beati loro. #sgrunt

Il VIP. Si materializzano direttamente nel front row grazie a speciali cunicoli spaziotemporali e subito dopo la sfilata, con lo stesso sistema, tornano nella loro megavilla di Malibù o vanno a ritirare un award.

La PR sclerata con gli occhi a laser. Le basta un'occhiata per scannerizzare la folla di invitati e individuare la Influencer Capace di Spostare l'Opinione Pubblica con un Tweet, o il Direttore del Magazine Più Letto dell'Universo o il Famosissimo Fashion Director del Blog di Riferimento delle Fissate con la Moda. O accorgersi se invece ha mandato il suo assistente, l'incubo di ogni PR.