Valentino ha appena sfilato a Parigi. Una collezione bella, ma non di una bellezza soggettiva, bensì oggettiva perché non si può andare a visitare il Louvre ammirare la Gioconda ed esprimere un parere negativo. No, non si può. Non solo è vietato dal buon senso, ma anche dal cuore, quel muscolo che batte forte appena il primo outfit calca la passerella della Maison diretta da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli.
Arte pop italiana che richiama un po' le splendide carte da parati anni 60 e 70: caleidoscopiche colorate, che si spargono su capi bon ton di un gusto infinito, stampate, applicate o intessute con la maglia, squisite. Pelle, della più morbida, chachemire del più pregiato si uniscono per dare vita ad un simbiotico lusso moderno.
Candore assoluto per abiti impalpabili, follemente sobri, ma di un concetto che va aldilà della grazia stessa. Il giorno passa alla notte, ci smarriamo così in un bosco incantato, dove il tempo pare essersi fermato, chiffon leggero come un soffio si tinge di animali mitici, farfalle che esplodono su cappe suggestive, abiti da sera tempestati di cristalli, fiori segreti, rose, ancora farfalle, in un vortice che sfocia nella più eccellente Couture.