Che cos’è la moda se non il frutto di un’illusione che trasforma la fantasia in realtà? O meglio, le fantasie in stampe da indossare, le stesse che rendono poco convenzionali un pantalone maschile o una gonna a matita, che pretendono coraggio per essere indossati e possiedono quell’ingannevole ipnosi che conobbe i suoi natali nella Op Art, quando il mondo si tingeva di grafismi e la moda ne prese ispirazione e ne colse le intenzioni.

Sessant’anni e innumerevoli passerelle dopo, continuare a lasciarsi andare e concepire gli abiti come un pittore fa con la tua tela, seguendo un istinto che aspetta solo di essere ascoltato, per creare e ricreare quei mix & match di fantasie simili ma diverse, unendo macro e micro righe, verticali, orizzontali, oblique, accomunate da un unico denominatore comune, quel bianco e nero che le rende rassicuranti e sofisticate.

Al bando l’immobilità della moda monocromatica, gli accostamenti scontati e le mise prevedibili, gli stilisti e le socialite dello stile non possiedono più pudori, vestendosi di questa illusione ottica trasformata in maglieria, in stampa, in geometrie che ingannano l’occhio di chi le guarda fingendosi in apparente movimento. È quell’arte definita cinetica, che ridefinisce le percezioni e che, quando sposa la moda e sancisce un patto tra il bianco e il nero, diventa ancora più eccelsa. Non resta che dire: coraggio, è il momento di osare.

La fashionista in questione, temeraria quanto basta ad ardire un completo a spina di pesce bianco e nero durante la Mercedes Benz Fashion Week di Sydney, è la pr australiana Anna Hua.