Nel mondo onirico di Olimpia Zagnoli convivono abbinamenti insoliti tra colori e linee curve, forme retrò e palette pop. Olimpia è un'illustratrice internazionale. I suoi lavori sono apparsi, per citarne solo alcuni, sul New York Times, New Yorker, Monocle, Google e sui libri della Taschen. Il suo immaginario prende spunto dalla realtà che la circonda, a partire da quella più quotidiana, filtrata però dai suoi inconfondibili occhiali tondi. L'abbiamo incontrata per chiederle alcuni dei suoi capisaldi in tema stile,
A proposito di stile, com'è il tuo? Tendenzialmente maschile, con qualche incursione nella Francia degli anni 60 e nell'Italia degli anni 80. Diciamo un corto circuito tra due epoche!
Quale è stato il tuo primo approccio con la moda? Mia nonna è una sarta. Da piccola la osservavo mentre faceva vestiti per me e mia sorella, li realizzava in pochissimo tempo avendo cura estrema per i dettagli. Per ore rimanevo incantata a guardare la sua scatola dei bottoni e degli scampoli e adoravo andare in merceria con lei, in centro a Mantova. L'ultimo abito che mi ha fatto è un abito arancione in stile Courrèges.
Quanto conta avere stile nel tuo lavoro? Molto. Credo che lo stile personale sia l'unico modo per uscire dalla monotonia di un linguaggio spesso troppo didascalico come quello dell'illustrazione. La figura umana è il perno delle mie illustrazioni, ci lavoro intorno sfruttando i pieni e i vuoti, esaltandone la simmetria.
Hai anche realizzato una capsule di maglieria: come sei riuscita a far convivere moda e illustrazione? È stato interessante cimentarsi in un territorio sconosciuto come quello della moda e nello specifico della maglieria, come è successo per la capsule collection che ho disegnato per Ballantyne: ho imparato a ragionare in un'ottica nuova. Lavorando nel mondo dell'editoria sono abituata a pensare bidimensionale, mentre la materia è tridimensionale e quindi imprevedibile. I tempi si sono così dilatati al punto che le prove colore sono andate avanti per mesi!!
Chi sono le muse ispiratrici a cui guardi per prendere ispirazione? Mi rifugio spesso, e mi ritrovo, nel lavoro di Sonia Delaunay, un'artista che gli anni 20 ha saputo creare un proprio immaginario trasversale tra arte, moda e prodotto, rendendolo inconfondibile.
Qual è la buccia di banana più grave, in fatto di stile, che hai fatto? Tingermi i capelli di verde alga a 14 anni. Silenzio, please.
Ci dici quali sono i tuoi SEMPRE nella moda e nello stile di tutti i giorni? Sempre è la maglietta bianca, immacolata come un foglio candido su cui disegnare, e il rossetto rosso. Senza mi sentirei nuda.
E quali sono i MAI di Olimpia? Le scarpe con il tacco a spillo.
Dove vai a fare shopping a colpo sicuro? A Milano vado da Cos in Corso Venezia 5; da Wait & See in Via Santa Marta 14, un negozio magico pieno di colori, texture e oggetti curiosi. Mi diverto a spulciare tra i nuovi arrivi da Humana Vintage in Via Cappellari 3, con pezzi speciali a prezzi abbordabili. Quando sono a New York vado dritta da Uniqlo per fare scorta di capi basici e curiosare tra le collaborazioni con nuovi designer; faccio poi un salto anche a Williamsburg da 10 Ft. Single by Stella Dallas, 285 N 6th St, per un vintage davvero trasversale. Mentre per lo shopping online i miei click vanno su Asos e Vestiaire Collective, uno tra i primi siti di social shopping specializzato nella moda di seconda mano di qualità e di lusso.
Un accessorio del desiderio per quest'inverno? Dei nuovi occhiali da vista di Cèline che ho già puntato...
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