Affascinante e con molte storie da raccontare. Il suo passato è intrigante e legato alla vita newyorchese degli anni Novanta, ma lui guarda al presente e al futuro, sempre pronto a mettersi in gioco e ad inventarsi qualcosa di nuovo che stimoli la sua creatività. Walt Cassidy ci ha conquistato con i suoi gioielli, che hanno fan importanti, come Iman o il premio Oscar Lupita Nyong'o, ma il suo Walt Cassidy Studio è sempre in fermento, fra una mostra come pittore e artista multimediale, l'ideazione di una tunica nuova per l'estate e tanti progetti. Tutti da documentare sui social perché Cassidy, il cui carattere intellettuale e spirituale è ben rivelato in questa nostra intervista, non ha paura di mostrare i suoi lati più personali sui social e ha capito perfettamente come la creatività 2.0 non possa esimersi dalla condivisione mediatica. E la nostra chiacchierata ovviamente include anche una curiosa incursione nella sua amata New York.

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Quando ti sei avvicinato al mondo della moda, o almeno alla creatività legata ad esso, e quando hai deciso di voler lavorare in questo settore?

Dopo alcuni anni in cui mi sono principalmente concentrato sull'organizzazione di mostre delle mie opere d'arte in varie gallerie, ho iniziato a realizzare gioielli, che per me era un modo di disegnare con materiali diversi e in piccola scala. Ho amato subito l'immediatezza del processo e ho iniziato a pubblicare i pezzi che producevo online. Ho ricevuto un responso molto caloroso da parte dei social media e dei collezionisti e poi Mark Holgate dell'edizione americana di Vogue ha suggerito che la rivista facesse un profilo su di me. Come risultato di questo pezzo, ho finito per progettare gioielli per la collezione s/s 2016 di Derek Lam e ho iniziato ad apparire in diversi editoriali e a portare avanti alcune collaborazioni. Non ho mai consapevolmente deciso di lavorare nella moda. Tutto è stato molto spontaneo ed intuitivo.

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Parliamo della tua linea di gioielli. Quali sono gli input creativi dietro ad essa? Da dove arrivano le ispirazioni?

La più recente collezione di gioielli è una serie di orecchini a fontana chiamati "For Both Are Infinite", titolo tratto dal "Romeo e Giulietta" di Shakespeare. Ho pensato all'amore karmico e alle anime che sono legate insieme per molte vite. La struttura formale degli orecchini mi ricordava delle fontane. Come metafora, la fontana suggerisce la nozione che i rapporti fra anime gemelle siano eterni e ciclici. Quest'ultimo anno è stato dedicato alla realizzazione di un archivio di pezzi in argento sterling, con particolare attenzione a gioielli indossabili anche ogni giorno, che potessero portare il marchio dello studio. Abbiamo realizzato così catene, ciondoli, bracciali e orecchini. Ora che l'estate si avvicina sto lavorando a nuovi pezzi fatti di perline. In estate per me deve essere protagonista il colore, l'Inverno è più dedicato alla forma.

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Puoi descrivere meglio la linea? C'è una sorta di approccio etnico, se non sbaglio, mi racconti da dove arriva?

Mi piace mescolare materiali provenienti da tutto il mondo. I miei riferimenti tendono ad essere piuttosto internazionali e diversi fra loro. Amo il romanticismo della storia, della cultura, della comunità e dei rituali. Questo sicuramente compare nel mio lavoro. Ci sono componenti geografiche che sono legate a molti dei materiali nei miei lavori. Per esempio, il vinile che uso viene dall'Africa. Lo strato genealogico di un materiale dona sicuramente energia. Non è una cosa che sento la necessità di cancellare, mi piace che sia presente, ma non cerco specificamente di creare pezzi tribali o etnici. Sono attratto da materiali che siano "vissuti" e dove sono presenti la mano e il tempo. Non mi piacciono materiali eccessivamente lavorati o realizzati in serie da una macchina.

Puoi dirmi chi sono i tuoi clienti? E quali sono gli oggetti 'must-have' della collezione?

Tutti i pezzi sono unisex e la mia clientela è particolarmente eterogenea. Alcune delle figure più note sono Iman, Lupita Nyong'o, Jake Shears e Juliana Huxtable. In argento sterling ti posso segnalare che sono molto popolari la catena "The Eye Of My Lover", così come gli orecchini "The Single Genie" e "The Sunrise Studs". Fra gli accessori realizzati con perline, oltre agli orecchini a fontana che ti ho già citato, ce ne sono alcuni a ventaglio che trovo perfetti per l'estate. E penso che quest'anno mi dedicherò alla creazione di collane più lunghe.

Posso chiederti di parlarmi del tuo logo? È chiaramente l'iniziale del tuo nome, ma sembra un simbolo che ha molto altro da raccontare?

Ci sono riferimenti alla numerologia e ad altri codici mistici in tutto il mio lavoro, e questo vale anche per l'icona dello studio. Nella numerologia, il numero 1 rappresenta il maschio, 2 rappresenta la femmina e 3 rappresenta il bambino, l'idea, la creazione. Il logo dello studio è radicato nella creazione e nell'evoluzione del numero 3. È stato progettato per trasmettere i principi di trasformazione, fioritura, illuminazione, moto e volo. C'è una forte componente agraria nei miei riferimenti. Qualche anno fa, in un sogno, ho camminato sullo spirito di mio padre in un vasto campo verde. Stava piantando un frutteto mettendo bastoni verticali nel terreno. Mi ha detto: "Ho già preparato tutto per te, devi solo seguire i solchi". Dopo aver avuto questa visione ho iniziato ad usare la metafora di un frutteto. Il logo vuole rappresentare il fiore, il frutto e il seme di un grande albero.

La tua creatività non è limitata ai gioielli. Puoi dirmi quali sono gli altri aspetti del tuo mondo e come interagiscono tra loro?

Sono un artista multimediale, mi sono formato come pittore e illustratore. Conservo la sensibilità del pittore, che spesso viene fuori quando realizzo gioielli, in particolare nel mio uso del colore. Proprio negli orecchini a fontana si può notare come i colori e il modo in cui si muovono trasmettono gesti simili a quelli di un colpo di pennello. Uso la fotografia, il disegno, la pittura, la scultura e il gioiello in modo interattivo. Recentemente ho iniziato una serie di ritratti a mano, con disegni colorati sopra ad essi, che raccontano la storia di una mia relazione amorosa avuta lo scorso anno ad Harlem.

Sono sempre stato un grande fan di New York e della sua scena notturna, recentemente ho scoperto che tu eri parte di un gruppo ben noto di Club Kids negli anni Novanta. C'è un momento speciale, un ricordo di quel periodo che vorresti condividere con le nostre lettrici? Com' era la tua vita allora? E, soprattutto, come pensi sia cambiata la Big Apple in questi anni?

Sono stato molto fortunato a trovarmi al centro di quel gruppo di ragazzi noto come Club Kids, a cavallo fra la mia adolescenza e i miei vent'anni. Il mio nome all'epoca era Waltpaper, nato come riferimento alle illustrazioni che facevo in quel momento. Gli anni Novanta sono stati un decennio molto fertile per New York City. Vivevo al Chelsea Hotel, nella stanza 215, che aveva il balcone proprio sopra al neon dell'hotel. La vita a quel tempo ci sembrava molto cinematografica. Dopo aver trascorso lunghe notti in diversi club, la cosa che preferivo era tornare nel mio appartamento, dove sul balcone tenevo un leone bianco in fibra di vetro che mi era stato dato dal direttore artistico del nightclub Tunnel. Mi ci sedevo sopra, guardando la città che si svegliava con il sole del mattino. Un mio amico fotografo, che viveva un paio di piani più su, una di quelle mattine mi ha fotografato sul mio leone, senza che io lo sapessi. Non ho mai visto quegli scatti, ma spero che saltino fuori prima o poi. New York City è cambiata tremendamente negli anni e, anche se amo la storia, il rapporto che ho avuto con questa città, credo sia importante non rimanere bloccati nel passato. La nostalgia può essere un pendio scivoloso. Penso che sia fantastico nel contesto di un libro, di un film o di una mostra. Ma nella vita reale credo sia importante rimanere ben consci del presente e continuare a guardare avanti.

Sei molto attivo sui social network. Posso chiederti come il web e le app, ad esempio instagram, hanno cambiato il tuo approccio al lavoro e alla creatività?

I social media hanno influenzato il modo in cui trasmetto il mio lavoro in maniera molto positiva. Attraverso l'utilizzo di piattaforme come Instagram posso mantenere un dialogo continuo tra me e altre persone legate al mio lavoro. Questo perché nella mia arte c'è un forte elemento narrativo, che trovo adatto per i social media. Le persone possono tracciare lo sviluppo dei miei pezzi e avere preview di quelli appena realizzati. Mi sento abbastanza a mio agio da rivelare autenticamente quello che sono. Non sterilizzo la mia vita e non cerco di entrare in una casella confortevole e sicura. Ci sono molteplici sfaccettature della mia esperienza e di chi sono e permetto che tutte queste possano venire a galla.

Progetti o sogni per il futuro?

Vorrei continuare a costruire questo brand, ampliare la creatività connessa al Walt Cassidy Studio. Penso molto ad oggetti funzionali, agli interni, ma anche agli abiti. Mi piacerebbe tradurre in mobili e in elementi d'arredamento la filosofia dietro ai miei accessori. Per ragioni puramente egoistiche, vorrei anche creare una capsule collection di abiti. Abbiamo prodotto T-shirt con il logo dello studio e lanciamo per quest'estate una tunica da spiaggia. Mi piacerebbe progettare un paio di jeans, una borsa, un bikini, una sneaker, pantaloncini e felpe per la palestra. Tutto quello che mi serve, in fondo.

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