Saturnino Celani, in arte Saturnino, di stile se ne intende. Colleziona giacche, ha speso una fortuna per un capo di Gaultier, disegna accessori, soprattutto anelli, è il bassista e la colonna portante della band di Jovanotti dal 1991 e ha da poco lanciato sul mercato, con un'anteprima nazionale andata in scena a Milano, durante il Date (la fiera dell'occhialeria di ricerca), la sua prima linea di occhiali uomo/donna da vista e da sole.

Una testimonial d'eccezione, oltre a se stesso, l'eclettica modella Candela Novembre e uno spot che basta a far venire voglia di capire cosa c'è dietro: "Occhiali diversi e nuovi occhi per scoprire l'universo conosciuto".

Suoni il basso per vocazione oltre che professione, collezioni giacche e sul mercato hai appena lanciato una linea di occhiali. Ti piacciono le sfide?

Amo gli occhiali fin dall'adolescenza. Allora a portarli era mia sorella per necessità, io la imitavo per vezzo. Preferisco le montature caratterizzanti, credo di averne oltre 70 a casa: da un paio d'anni sono costretto a portare gli occhiali per una forma di stigmatismo. I miei preferiti, da sempre, sono un Ray-ban preso a New York, Vintage White Nomad, un modello talmente caratterizzante che Luxottica ha pensato bene di non produrlo più. Sono cresciuto in un contesto in cui si lavorava la materia, mio padre ha sempre plasmato e trasformato il plexiglass: ho pensato che per fare degli occhiali che fossero i miei avrei "solo" dovuto studiare e così ho fatto.

Cosa hai scoperto studiano il mondo dell'occhialeria?

Che l'Italia assieme alla Francia e al Giappone è il top per l'occhialeria, nel mondo. Poi ho scoperto che un occhiale per essere tale deve almeno aver passato 4/5 passaggi manuali. Il resto è storia, è Saturnino 69, è una filiera tutta italiana che produce al momento otto modelli di occhiali, uno per ogni singolo pianeta. Il mio Saturno, si chiama SATU.

Per lanciare in anteprima nazionale la tua nuova linea di occhiali hai scelto il DATE. Un contesto dove a brand del calibro di Luxottica e Italia Independent è stata sbarrata la porta. Come sei riuscito a entrare?

Non ero presente in fiera, perché a New York a registrare il nuovo disco con Jovanotti. E in realtà la mia assenza era voluta, perché volevo che fosse l'oggetto al centro dell'attenzione. Un oggetto che prima ha soddisfatto noi e poi si spera quanti hanno visitato il nostro stand. Sono occhiali con uno studio e una ricerca dietro, non sono un vezzo e neppure un gadget, ecco perché non volevo che l'attenzione fosse in alcun modo spostata su di me. Sarà stato questo a convincere gli organizzatori?

Una scelta coraggiosa…

È stato coraggioso anche trasferirsi a Milano da Ascoli Piceno… quando arrivai non conoscevo nessuno.

Hai recentemente dichiarato: "Fare un disco è come fare una sfilata". E fare una collezione di occhiali?

È come fare più dischi insieme. Parliamo di otto modelli che devono "vestire" la fisionomia di tante persone. Non vuole essere un occhiale accomodante, semmai rassicurare. Nasce per enfatizzare la bellezza ma anche i difetti. Per quanto mi riguarda i visi sono tutti meravigliosi, mi accosto a ognuno con l'occhio che potrebbe avere un fotografo. Fuori dalla montatura dei miei occhiali c'è ben poco, perché la vera star è la persona che li indossa.

Cos'è la moda per Saturnino oggi?

La scuola di Coco Chanel per la donna e Valentino per l'uomo, partendo da Yves Saint Laurent. Loro dicevano cosa era seducente e cosa non lo era, ma parlavano comunque sempre del bello, un bello assoluto. La moda oggi è riuscire a sintetizzare uno stato d'animo senza far comandare le proprie insicurezze. Le mode, quelle del momento, sono come il successo… qualcosa di già passato.

Candela Novembre, la tua testimonial è un'icona di stile che ha scelto di indossare i tuoi occhiali. Com'è nato questo sodalizio?

È una grande amica ed è la compagna oltre che la madre dei figli di uno dei miei più cari amici, Fabio Novembre. Volevo fare degli scatti con un altro caro amico, Settimio Benedusi, lei si prestò e il risultato fu eccellente. Il modello che indossa Candela, nella campagna pubblicitaria, è stato il primo occhiale a vedere la luce, una mia idea nata da un vecchio modello di Oliver Peoples. Abbiamo iniziato cambiando il materiale: cosa che di norma fa un design quando il suo istinto prende la mano. È stato inventato tutto, oggi non vince o non basta avere un'idea. È la sua realizzazione a fare la differenza.

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Candela Novembre

Mister Cherubini lavora con te dal 1991. Non sei un semplice bassista. Cosa c'è dietro?

Diciamo che sono io a lavorare con lui, dal momento che esisteva già nel 1987. È il mio cantante preferito. Ci lega una profonda lealtà e complicità. Non ho firmato nessuna esclusiva per lui, ma si continua a lavorare insieme perché ci si trova bene. Io sono la memoria storica, altri si sono persi per strada, per motivi economici o di ego. Ho preferito fare musica senza pensare ai soldi, che poi sono comunque arrivati come piacevole conseguenza. E poi c'è la passione per ciò che facciamo, senza quella non riusciremmo a farci ascoltare da così tanta gente.

L'ultimo disco lo avete registrato a New York, perché?

Abbiamo già registrato dall'altra parte del mondo, sono più di 20 anni che si fanno dischi superando di volta in volta ogni formato o limite. Si va in giro per cambiare aria, per avere nuove influenze e stimoli e per innamorarsi ancora un po' dell'unico grande amore che ci fa svegliare al mattino, la musica.

Ti sei da poco calato nei panni del presentatore su La7 nel programma Guerrieri. Lo rifarai ancora?

La mia, a dire il vero, è stata più un'esperienza di ascoltatore: ho fatto dei provini e sono stato ritenuto adatto a ricoprire quel ruolo. È stata una bella sfida e potrei rifarla, certo. Mi piace spaziare in mondi diversi: in quello della moda mi diverto di più che in quello musicale. Parliamo di un contesto affascinante per definizione, fatto di gente che lavora a ritmi folli, un mondo dal quale dipendono tanti professionisti e che forse andrebbe salvaguardato di più.

Saturnino guarda X Factor?

Non ho Sky, non sono venuto fuori da un talent, ma i miei erano tempi diversi. Eppure riuscii a conoscere Cecchetto, mio principale obiettivo quando decisi di trasferirmi a Milano. Claudio era colui che produceva le cose più sperimentali in assoluto negli anni '80 e '90. Ai talent comunque preferisco un buon film, Il Trono di Spade, Breaking Bad, House of Cards. Mi fanno ridere le vicende legate a Morgan: sembra Barbra Streisand quando annuncia il suo ultimo tour a Las Vegas. Dovremmo dare la giusta importanza alle cose: X Factor, format inventato da un inglese funziona perché è il migliore che sia stato inventato. Andrò da spettatore a X Factor, un caro amico mi ha invitato e vi farò sapere. Sono difficilmente influenzabile ma facilmente permeabile alle cose che mi emozionato.

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La collezione occhiali di Saturnino Celani