Ebbene sì, anche una stanziale come me ogni tanto si deve muovere, se non altro per evitare discussioni o peggio divorzi. Però devo dire che l'anno scorso sono stata in un posto dove ho lasciato un pezzettino di cuore: Capalbio, in provinica di Grosseto. Meta indiscussa di politici negli anni ottanta (famoso è il bacio, immortalato dai fotografi, tra Achille Occhetto e la moglie, proprio a Capalbio), oggi "per fortuna" lo è molto meno. O meglio, resta una località molto battuta, anche e soprattutto dagli stranieri, coi quali spesso noi veniamo scambiati dato che ci presentiamo in spiaggia con jeans e scarpe da trekking.

Capalbio, se si esclude il mese di agosto, è vivibile e molto ma molto suggestiva: in realtà, il paese è nell'entroterra, su una piccola e ventilata altura e racchiuso da cinta murarie. All'interno è tutto un susseguirsi di negozietti ma soprattutto di ristorantini tipici, dove passare le serate (o le giornate senza sole).

La spiaggia, distante pochissimi chilometri, è separata da una pineta dove chi, come me, ha la pressione a terra può trovare un po' d'ombra. Noi abbiamo trovato una soluzione perfetta: un tratto di costa con la spiaggia libera ma attrezzata, con un baretto/stabilimento attiguo dal nome davvero evocativo, "Ultima Spiaggia" (!).

Nelle giornate meno soleggiate (che se non si fosse capito sono quelle che preferisco) si possono visitare le dolci collinette dell'entroterra, che regalano prodotti tipici tra cui spiccano vino e olio, la riserva naturale del Lago di Burano o ancora uno spazio che non Ë naturale ma ideato e realizzato dall'uomo, o meglio da una donna: il Giardino dei Tarocchi della scultrice Niki de Saint Phalle, che ha inventato, sullo stile del parco Guell di Barcellona: 22 figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche, ispirate al mondo del fantastico.

Insomma, io quest'anno ci torno!