Sono il simbolo dell'Isola Azzurra, ma non solo: probabilmente sono una delle bellezze naturali d'Italia più famose al mondo. I faraglioni di Capri sono degli imponenti scogli rocciosi che emergono dall'acqua, a pochi metri dalla costa caprese. Quello che forse non sai è tutta una serie di notizie e curiosità sul loro conto.

Nome dei faraglioni di Capri – Sapevi, ad esempio, che i tre faraglioni di Capri hanno un nome? Saetta è quello unito alla terraferma, il più alto con i suoi 109 metri di altezza. Quello di mezzo è chiamato Stella ed ha una cavità centrale lunga 60 metri. Il faraglione più esterno, invece, è chiamato Scopolo. In verità di faraglione ce n'è pure un altro, Monacone, chiamato così per la presenza, fino ai primi anni del XX secolo, della foca monaca.

Visita ai faraglioni di Capri – La sagoma dei faraglioni è chiaramente riconoscibile da vari punti di Capri, dai Giardini di Augusto a Marina Piccola, fino al Monte Solaro, il punto più alto dell'Isola Azzurra con i suoi 589 metri. Anche dal cosiddetto balcone degli innamorati i faraglioni di Capri sono contemplabili in tutta la loro romantica bellezza. Dove si trova? In un ristorante, il Pulalli Wine Bar, situato proprio in piazzetta. Un itinerario immancabile, percorso praticamente da tutti i visitatori, è quello che porta dalla piazzetta di Capri ai faraglioni, che si possono contemplare in tutta la loro maestosità. Bellissimi da vedere, ma come arrivare ai faraglioni di Capri? Semplice: in barca. Dal porto si può noleggiare un'imbarcazione con cui fare il classico giro dell'isola. Una delle primissime tappe, ovviamente, sono i faraglioni, con l'obbligatorio passaggio sotto quello di mezzo.

L'origine dei faraglioni di Capri – Sai perché si chiamano faraglioni? Il nome deriva dal termine greco «pharos» che in italiano, di fatto, non ha cambiato significato: faro. Anticamente, infatti, si era soliti accendere sui monti e sulle rocce vicine alla costa dei fuochi di segnalazione per i naviganti. I faraglioni non sono una peculiarità di Capri, ma di tutto il Mediterraneo. Ce ne sono di simili anche alle Eolie, in Sicilia, a Pantelleria, al Giglio e in Puglia. La descrizione dei faraglioni di Capri fatta da poeti e scrittori, però, ha conferito a questi monumenti naturali gloria eterna.

Leggenda sui faraglioni di Capri – Per Omero i faraglioni erano macigni scagliati dal ciclope Polifemo, ma forse il racconto più noto sul loro conto è quello fornito da Virgilio nell'Eneide. Per il grande poeta mantovano i faraglioni erano gli scogli dove vivevano le sirene. In effetti, proprio come al soave canto delle sirene, è quasi impossibile resistere al richiamo di questi magnifici massi. Fino a pochi anni fa erano numerose le navi da crociera che non si esimevano dal fare un pericolosissimo inchino ai faraglioni di Capri, pratica messa al bando dalle autorità nazionali dopo la terribile sciagura del Giglio del gennaio 2012.

Formazione dei faraglioni di Capri – In realtà i faraglioni si sono così formati e modellati in seguito all'azione delle acque carsiche che hanno scavato la roccia fino a diversi metri sotto l'attuale livello del mare. A questa azione si sono aggiunti il disfacimento della costa, l'abrasione marina e l'azione degli agenti atmosferici, che nel corso di secoli e millenni hanno forgiato le forme attuali dei faraglioni.

Arrampicata sui faraglioni di Capri – Salire in cima ai faraglioni? Impossibile. Anzi no. Fino a pochi anni alcuni intrepidi marinai e pescatori del posto riuscivano ad arrampicarsi a mani nude fino alla sommità dei faraglioni, imbattendosi in un animale unico al mondo che prolifera proprio qui: la magnifica lucertola azzurra. Vive solo in cima al faraglione Scopolo, il suo nome scientifico è «Podarcis sicula coerulea» ed ha assunto il classico colorito azzurro per mimetizzarsi col cielo e col mare. Anche questo non lo sapevi, vero?