Luke Evans è uno degli attori più impegnati del momento, improvvisamente entrato nella top ten dei nuovi most wanted di Hollywood. Quando ci concede un po' di tempo nella capitale tedesca, la sensazione è quella di avere a che fare con un ragazzo sicuramente gentile e cortese. Dietro la sua eleganza, però, si cela una componente adrenalinica. L'attore, infatti, non fa mistero di come abbia passato il suo anno e mezzo in Nuova Zelanda tra una pausa e l'altra sul set de Lo Hobbit: La desolazione di Smaug. Non ha esitato a saltare fuori da un aeroplano a 16.500 piedi di altezza o praticare altri sport estremi. «Non ditelo a Peter Jackson però!».

Fascino ed eleganza lasciano dunque il posto a entusiasmo e un po' di follia. Quella del tipico maschio gallese...
«Sono fiero delle mie origini e del fatto che ho potuto mettere il mio accento originale nel ruolo di Bard l'arciere nei film di Peter. Finalmente anche il mondo di Tolkien ha la sua parte di tradizione gallese al cinema».

Sono almeno quattordici i film che Luke Evans ha interpretato in tre anni. Saranno ancora di più nei mesi a seguire, inclusi l'imminente origin story su Dracula (intitolata “Dracula Untold”) e il discusso rifacimento de “Il Corvo” dove lo vedremo nel ruolo che fu di Brandon Lee.
«Sarò Eric Draven. Sono consapevole dell'eredità di quel film. Adoro la forza di questa storia triste. Quello era un film davvero potente. Noi racconteremo una storia un po' diversa da quel film, rimanendo più fedeli alla graphic novel originale di James O' Barr».

Luke, a parte gli sport estremi, c'è qualche altro tratto comune delle tue origini del Galles che possiamo riconoscere in te?
«La capacità di cantare in qualsiasi momento. Da solo o davanti a un pubblico. Se cresci in Galles vieni educato con la voglia di cantare: lo fai alle partite di rugby, alle feste o nei cori ecclesiastici. Io canto sempre. Cantavo fino a ieri sera alla première de Lo Hobbit insieme a Ed Sheeran (il giovane musicista che ha scritto “I See Fire”, la canzone dei titoli di coda del film). Lui era al piano e io cantavo.

Cosa hai cantato esattamente?
«
Alla fine sono state circa settantasette canzoni. Abbiamo cantato tutto, pensa a una canzone... abbiamo cantato anche quella! Comunque adoro Adele e quindi abbiamo fatto un paio di performance di Someone Like You».

In Fast and Furious 6 interpretavi uno tipo che apparentemente sembrava un maschio alpha, ma che in realtà era un vero bastardo. Ne Lo Hobbit, invece, Bard l'arciere sembra inizialmente inaffidabile e poi notiamo che è un vero uomo. Qual è dunque la qualità del vero maschio?
«Forse essere padre di famiglia. Le azioni del mio personaggio scaturiscono dall'amore per i suoi tre figli e dal fatto che vuole proteggerli ad ogni costo. Sì Bard è un maschio alpha, uno che è rimasto vedovo e che adesso è un papà single. La cosa interessante è che non cerca di essere un eroe, viene però costretto ad agire. D'un tratto è pronto a correre per l'azione. Ovviamente, se avete letto il libro, sapete che lui è coinvolto in prima persona nella battaglia contro il drago Smaug».

Mi chiedo se il ruolo di Bard l'arciere ti abbia ispirato alla paternità...
«Be', è stato interessante capire questo personaggio la cui vita ruota attorno ai suoi figli. Deve dargli da mangiare e assicurare loro un tetto. È pronto a morire per loro. Questa forte unione familiare è certamente affascinante. 

Dal palcoscenico sei passato al grande schermo. È successo solo quando hai compiuto trenta anni. Oggi ne hai trentaquattro».

Era un tuo sogno proibito sfondare nel cinema?
«
Non proprio. È una sensazione strana perché, ad essere sincero, non me l'aspettavo. Ero già felice come attore di teatro. Vivo a Londra e amo quella città: non avrei mai pensato di dovermi distaccare emotivamente da lei. È successo tutto all'improvviso e adesso passo tanto tempo lontano da casa».

Torni mai a casa? Come si fa a rimanere con i piedi per terra quando la tua vita cambia nel giro di ventiquattro ore?
«Tornare a Londra a condurre una vita normale è una necessità di cui non mi privo. Incluso andare al pub! Per tutto il resto, io sono qui per recitare. Questo è l'unico lavoro che ho mai fatto. Lo adoro, è la mia passione. L'unica cosa in cui sono bravo. Mi focalizzo sempre su questa cosa che mi sta a cuore più di qualunque altra».

C'è un qualche sogno di carriera che stai considerando al momento?
«Sì, mi piacerebbe tornare a teatro. Purtroppo adesso non si può. Continuerò a aprile: girerò presto Il Corvo e sarò impegnato fino ad aprile. Però il teatro mi manca davvero.

A parte gli sport estremi, c'è qualcosa che vorresti fare nel tempo libero?
«Se avessi più tempo, mi piacerebbe duettare con Adele. Lei mi chiama tutti i giorni e io le dico: “Tesoro, purtroppo non posso, non ho proprio tempo!» (ride).