Roma – Ventiquattro ore di volo, dalla Florida – dove sta girando un nuovo film – direttamente alla Città Eterna. Sophie Turner sembra esausta quando la incontriamo, però le basta un nonnulla per riscaldarsi e tirare fuori entusiasmo con retrogusto folle, cosa che non si vergogna di mostrare durante l'intervista. Passano pochi minuti ed è pronta a regalarci la sua imitazione di Shakira mentre intona "Whenever Wherever". Da lì a poco canterà uno dei classici di Prince. Ma andiamo con ordine: l'incontro con Sophie ha luogo in occasione della première di Another Me, thriller paranormale diretto da Isabel Coixet e presentato in concorso al Festival del Film di Roma, dove la giovane attrice é stata un po' la most wanted di giornalisti freelance e spettatori fanatici di fantasy. 

A diciassettenne anni, infatti, l'inglese Turner è celebre per il ruolo di Sansa Stark nella serie Il trono di Spade – Game of Thrones. Adesso sta per diventare una star. Lei, che ci confessa di essere cresciuta con in camera il poster di Robbie Williams e una parete piena di immagini di Justin Bieber:«Adesso li ho tolti tutti quei poster. Era imbarazzante!».

Sophie in Another Me ti vediamo nei panni di una brillante ragazza del liceo. Una studentessa modello. Facendo ricerche sul tuo passato ho invece capito che la scuola a te non piaceva affatto e che facevi di tutto per marinarla. È così? «Be' non mi definirei una studentessa che rigava dritto. Avevo questo "dono" particolare: riuscivo a fingere di piangere, cosa che mi ha aiutata anche nel futuro davanti alla macchina da presa. Lo facevo a scuola su base quotidiana: piangevo e facevo finta di stare male. I professori ci cascavano sempre e mi rimandavano a casa. Fino al giorno in cui mia madre si è recata a scuola ad aprirgli gli occhi! Io le sparavo proprio grosse: ricordo che una volta dissi ai miei insegnanti che mia madre mi aveva versato del caffè nell'orecchio e che dunque dovevo tornare a casa. E così fu..

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Se da una parte sei diversa da questo nuovo personaggio, dall'altra è inevitabile chiederti dei tratti in comune che condividi con Sansa Stark. Quanto siete simili? «Mi piace dire che Sansa è il mio doppio. Del resto sono cresciuta con lei, no? D'altra parte cerco di prendere le distanze. Anche perché vorrei non cadere nel cliché di quella che interpreta sempre la giovane ingenua. Basta con gli stereotipi, il rischio è rimanere intrappolata in questi ruoli. Detto questo c'è una parte di me simile a Sansa: come lei viene trascinata in un mondo che conosce poco, anche io – quando ho cominciato a recitare – ero un pesce fuor d'acqua. Non capivo cosa stesse accadendo attorno a me e sono stati i più esperti ad aiutarmi a sviluppare il mio talento».

Raccontami di quando ti hanno offerto il ruolo nella serie. Come ha reagito la tua famiglia? Hanno mai esitato? «La verità è che i realizzatori non mi hanno mai mostrato un copione intero, ma soltanto dei documenti contenenti le parti in cui il mio personaggio è in scena. Non sapevo assolutamente come sarebbe stato lo show: ricordo che la sera ero insieme ai miei a studiare i romanzi su Wikipedia. Inizialmente pensavo che fosse una cosa analoga agli show Disney! È stato bizzarro e divertente aprire gli occhi sul set e capire di cosa si trattasse.

Qual è la percezione che hai del tuo lavoro su Sansa? «Direi che odio tutto quello che faccio! Nel senso che – come si dice – tu sei il peggior critico di te stesso. Questa cosa vale tantissimo per me. La verità è che non sarò mai felice o orgogliosa del mio lavoro. Si tratta di un meccanismo di difesa: una delle mie grandi paure è essere soddisfatta di me stessa. Perché se sei soddisfatto, allora stai bene così e non andrai avanti né proverai a migliorare.

Una teoria interessante, d'altra parte il successo ha bussato alla tua porta. Come lo gestisci, come eviti di perdere la testa sotto i riflettori?«Risolve tutto mio fratello. Gli bastano pochi secondi. Qualche volta mi è scappato di esclamare frasi tipo: "Sono proprio fantastica!". Lui si gira e mi fa: "No, non lo sei. Anzi sei orribile e non piacerai a nessuno!". Direi che mi convince piuttosto bene.

Parlavamo di paure. Ne hai avuta qualcuna quando Isabel Coixet ti ha chiamata per un film? É successo durante i provini: Isabel rimaneva molto silenziosa, io facevo una scena e mi aspettavo subito un commento nel momento in cui pronunciavo l'ultima battuta. Lei, invece, non diceva una parola e continuava a fissarmi per qualche secondo. E poi mi diceva: "Proviamo l'altra scena". Ero molto tesa».

È anche vero che hai un talento unico per combattere la tensione. Si dice che sul set de Il trono di spade passi il tempo a cantare e fare rap tra un ciak e l'altro.. «È proprio così. Per ogni set in cui lavoro, provo sempre a infettare la troupe con la mia voce! Sì dunque capita di fare rap. Ma anche altro. Ed è sempre la stessa canzone per tutto il giorno. Questa cosa tiene la mia energia in circolazione.

Quale canzone ad esempio?«Dipende. Ma se ne intono una all'inizio della giornata, continuerò a cantarla fino alla fine del lavoro. Mi piacciono gli anni Ottanta: Kiss di Prince è una delle mie canzoni preferite. Cantavo quella sul set di Another Me».

C'è qualcosa che non saresti disposta a fare per il personaggio di Sansa?Non farei mai nudo, questo è sicuro. E forse non direi le parolacce, o forse anche no...

I tuoi genitori ti impedirebbero di fare qualcosa invece?«
Be' direi che ormai abbiamo superato la linea, no? Voglio dire ne Il trono di spade c'è tanto sesso. Non è ancora accaduto al personaggio di Sansa, forse mi avrete vista dare un bacio, ma non era nemmeno alla francese! Ricordo ancora quando ho mostrato ai miei genitori il mio lavoro: insistevo per farglielo vedere in un'altra stanza. Non potrei mai vederlo insieme a loro».

Come ritroveremo dunque Sansa, prevedi un percorso di maturazione? «Credo che sia inevitabile. Deve inevitabilmente arrivare il momento in cui Sansa troverà finalmente la forza da sola. Sarebbe proprio deludente se uscisse di scena o morisse in questo stato prima di completare il suo percorso, no?».

Chiudiamo parlando di stile e riflettori. Sei una di quelle attrici che sfogliano le pagine dei magazine di moda in maniera ossessiva?«
Penso che lo stile per una ragazza sia importantissimo. Io consulto le riviste per aggiornarmi con gli ultimi trend. Allo stesso tempo mi trovo a mio agio a indossare roba vecchia, tipo jeans trasandati e T-Shirt sgualcite...

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Eppure, in questo momento sei elegantissima... (la Turner indossa infatti un vestito blu scuro con ornamenti neri. Un abito che le risalta le forme, chiuso da un cinturone dorato in cui sono incastonate pietre blu) «Questo vestito è Temperley. Sul red carpet indosserò Dolce & Gabbana. Sono i miei preferiti perché non confinano il loro talento esclusivamente alle modelle pelle e ossa. No, i loro abiti sono per le persone vere. Sono per tutti».