In passato Raf Simons è stato il direttore creativo di Jil Sander, mentre adesso, oltre a dedicarsi alla propria casa di moda, è alla guida del marchio francese Christian Dior.

Per riuscire a stare dietro ai molti progetti professionali, il designer deve dare fondo a tutta la propria creatività, ma sarebbe pronto a considerare una nuova carriera qualora le idee dovessero improvvisamente venirgli a mancare.

«Il mio processo creativo non si ferma mai. Le intuizioni per me sono sempre state il frutto di un naturale corso di pensieri, si sovrappongono in un flusso continuo. Non è certo una cosa rilassante, mi devo segnare le idee continuamente, le invio a me stesso via sms o corro in ufficio per fare degli schizzi. Ho anche un quaderno di fianco a letto perché a volte mi sveglio con un'idea e devo disegnarla subito. Ma non mi succede tutti i giorni, altrimenti pensereste che sono una specie di freak!», ha raccontato ridendo al quotidiano inglese The Guardian.

«18 anni fa ho promesso a me stesso che se mai verrà il giorno in cui dovrò sedermi alla scrivania e sforzarmi per ore per avere un'idea, allora quello sarà il giorno in cui smetterò di fare questo lavoro».

Simons è celebre per la sua passione per l'arte, di cui vanta una nutrita collezione personale.

La sua collezione invernale 2013 è stata influenzata da alcune illustrazioni di Andy Warhol, mentre la sua linea di maglieria si ispira ai surrealisti.

Se dovesse abbandonare il mondo della moda, lo stilista si dedicherebbe proprio all'arte.

«Ho bisogno dell'arte, non potrei vivere senza. Ce n'est pas possible. È come l'aria per me», ha spiegato.

«Quello dell'arte è un bellissimo ambiente. La maggior parte dei miei amici sono artisti, e conoscendo la loro situazione non vorrei mai trovarmi nella posizione di dover contare su quello per guadagnare. Mi piacerebbe fare il curatore però».

Il 45enne, che fin dall'inizio della sua carriera è stato definito un designer minimalista, non ama essere etichettato.

«Dire che sono minimalista è sbagliato. Ho presentato capi per il mio brand che non sono affatto minimali», ha dichiarato.

«Il punto è che le persone ti vogliono sempre etichettare: stilista concettuale, minimalista... ma non devo più essere all'avanguardia: non ho 25 anni, ne ho 45».

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