Anya Hindmarch è convinta che oggi la clientela sia più interessata ad avere un capo di qualità, piuttosto che di marca.  

La stilista ha iniziato a lavorare nella moda all'età di 18 anni e dopo quasi 25 anni di carriera si è accorta che ora le donne percepiscono in maniera diversa il fashion.

«La gente ama il lato artigianale delle cose. Apprezzano i capi su misura. È sotto gli occhi di tutti: il codice “ricchezza, soldi soldi” non è più attraente come prima. Il lusso deve avere un contenuto interessante».

La designer punta l'attenzione sul processo produttivo di un capo, piuttosto che sul suo branding e spera che la clientela colga questa sfumatura.

«Mi ricordo le borse di mia madre, confezionate alla perfezione ma non di marca. Risalgono a prima dell'avvento degli stilisti come icone internazionali e poi trovo che sia molto più chic non avere un logo su ogni capo che indossi. D'altra parte le borse sono sicuramente un accessorio indispensabile perché ti permettono di portare sempre con te il necessaire. Sono comode e rappresentano in un certo senso l'istinto materno di avere tutto sotto controllo».

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