La madre di Michael Jackson, Katherine, ha fatto causa per 30 milioni di euro all’organizzatore di concerti AEG Live da parte dei suoi tre nipoti, figli del re del pop, Prince, 16 anni, Paris, 15 e Blanket, 11.

La famiglia accusa la società di negligenza nell’aver assunto Conrad Murray come primo referente medico di Jackson. Il dottore sta attualmente scontando in prigione una pena per omicidio involontario dopo aver somministrato al cantante la dose di anestetico che gli fu fatale.

I Jackson sostengono che quelli di AEG Live obbligarono l’artista a lavorare sodo sebbene fossero ben consapevoli del suo precario stato di salute.

Il ceo del gruppo, Randy Phillips, ha testimoniato ieri in tribunale affermando che Jackson era al contrario più che intenzionato a fare il suo «This Is It» tour perché aveva bisogno di soldi.

Secondo l’uomo la popstar disse che lui e i suoi figli «stavano vivendo come vagabondi» e avevano bisogno di un posto stabile da chiamare casa.

«Scoppiò proprio in lacrime e io con lui», ha ricordato Phillips sotto interrogatorio dell’avvocato di AEG Marvin Putnam.

«Cominciò a commuoversi parlando della sua famiglia, dell’avere una vita decente insieme a loro e un posto in cui vivere che potessero sentire proprio».

«Io mi sentii davvero male al pensiero che questa incredibile star fosse arrivata al punto di non potersi nemmeno comprare una casa con tutti i soldi che aveva fatto. Non aveva proprio senso. Durante questa conversazione Michael mi disse per la prima volta il vero motivo per cui voleva tornare al lavoro».

La figlia di Jackson, Paris, ha tentato il suicidio la settimana scorsa. Lo stress del processo potrebbe avere avuto una parte nella sua tragica decisione.

© Cover Media