Alber Elbaz ha lavorato insieme a Hedi Slimane anni fa presso la maison Yves Saint Laurent, dove di recente il secondo è tornato a ricoprire il ruolo di direttore creativo, cambiando il nome della griffe in Saint Laurent.

La prima collezione proposta dal creativo ha sollevato dure critiche, ma Elbaz continua a sostenere l’amico, ammonendo i detrattori di non giudicarlo in modo così ostile.

«Quando arrivi in una casa di moda come Saint Laurent, o Chanel, o Lanvin, che esistevano ancora prima che tu nascessi e continueranno ad esistere anche quando sarai morto, ci vuole tempo per ambientarsi, arrivare alla gente e cogliere tutta l’energia del posto», ha spiegato al Vogue Festival di Londra.

«Io credo che sia un ragazzo pieno di talento e che dovremmo solo dargli tempo per costruire davvero una storia. Viviamo in un periodo in cui tutto ciò che facciamo deve essere migliore, più veloce, più grande e più conveniente. E non concediamo tempo, perché tutto si riduce all’istante. Ma non tutto è come bere un caffè».

Per Elbaz il lavoro dei critici di moda è facile (in fondo, sostiene, devono solo esprimere un’opinione) ed è molto contento di sapere che i modelli di Slimane stanno vendendo bene, a dispetto dei suoi detrattori.

Il designer di Lanvin non ha mancato di intrattenere il pubblico del Vogue Festival con una serie di battute.

«Perché sono un maniaco del controllo e poi non riesco a resistere davanti a una fetta di torta?», ha esclamato.

«Mi piace la prima classe – ha proseguito – ma non mi piace la gente della prima classe. Mi piacciono i bei ristoranti, ma preferisco il gusto di McDonald’s. Mi piace essere perfetto ma non amo la perfezione, credo sia pericolosa. Dopo la perfezione non c’è nulla. Lo so, sono una contraddizione vivente».

La fashion star ha poi parlato del suo servizio militare in Israele, durato tre anni.

«Come vedete non sono molto atletico», ha affermato divertito. «Ero molto nervoso e somatizzavo con degli sfoghi sulla pelle».

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