Per Lindsay Lohan è meglio non partecipare al music festival Coachella.

La star dovrà infatti recarsi in rehab il 2 maggio come concordato con il giudice del tribunale che l’ha condannata a scontare 90 giorni in una struttura di recupero per aver mentito alla polizia e aver guidato in stato di ebbrezza.

Le condizioni dell’attrice si fanno sempre più precarie a causa dell’abuso di stupefacenti che scorrono in grande quantità durante l’evento musicale in tabellone dal 12 al 21 aprile.

«Lindsay si trova in un gran brutto momento e temo per la sua vita», ha raccontato Claus Hjelmbak, amico della star, a RadarOnline.

«Coachella è l’ultimo posto dove dovrebbe andare», ha proseguito il ragazzo.

«Per quelli come lei che soffrono di dipendenza, la quantità di droga e di alcol che scorre al Coachella è la ricetta del disastro. Lo so perché in passato sono stato nella zona VIP al Coachella. Lindsay può cambiare, ma deve guardarsi dentro in profondità e farsi aiutare».

La star 26enne, ospite fissa all’evento musicale dal 2010, è finita sulle prime pagine dei giornali di recente per aver vomitato durante una scena della serie televisiva Anger Management dove recita accanto a Charlie Sheen. Anche il padre della Lohan si è detto preoccupato per la vita della figlia, che si avvicina ai 27 anni, data simbolo nella quale sono morte numerose celebrità come Amy Winehouse e Kurt Cobain.

Per Hjelmbak l’attrice dovrebbe trascorrere più tempo accanto alla famiglia, anziché frequentare amici dalla pessima influenza.

«Le persone che escono con Lindsay hanno una pessima influenza su di lei. La usano solo perché vogliono intorno una celebrità. Lindsay deve tagliare i ponti con queste persone perché la tirano sempre più giù. Può anche avere degli attriti con il padre Michael, ma almeno lui sta cercando di aiutarla. Lui è l’unico che sta cercando disperatamente di aiutarla».

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