Alber Elbaz è allergico alle persone che si prendono troppo sul serio.

ll direttore artistico di Lanvin è una persona umile e autoironica che non dà mai per scontato il proprio talento e per questo diffida da chi ha un'alta considerazione di sé.

«Odio le persone cool. Ne sono allergico, davvero! Se dovessi pensare di essere favoloso sarebbe l'inizio della fine», ha dichiarato lo stilista a Glenda Bailey di Harper's Bazaar in occasione del programma di interviste live di Master Class.

«Ho sempre pensato di non essere poi tanto bravo come stilista e di non essere nemmeno tanto bello, ma è proprio da lì che trovo motivazione. Sono sempre alla ricerca della bellezza».

«Essere autentici è la cosa più importante. Il successo è come un profumo, puoi annusarlo ma mai berlo!».

Elbaz ha inoltre rivelato di essere spesso colto da ispirazione mentre è ai fornelli.

«Adoro mangiare. Sono grasso ma non me ne faccio un cruccio. Le idee più belle mi vengono mentre cucino. E io sono spesso in cucina...», ha dichiarato divertito il designer.

In passato lo stilista ha lavorato per Geoffrey Beene e Guy Laroche e nel 1988 è stato assunto come direttore artistico di Saint Laurent, con il compito di riposizionare il brand dal pret-à-porter all'alta moda.

Elbaz ha raccontato di aver passato un periodo di grande angoscia per il prestigioso incarico nella maison e spesso si faceva lasciare dal taxi a diversi isolati dalla sede dell'azienda pur di non incontrare Yves-Saint Laurent in persona.

«Mi sentivo un po' come un genero, quel componente della famiglia che in fondo tutti detestano!», ha rivelato.

«Credo di essere entrato nella maison troppo giovane. Quando sono stato licenziato poi mi sono sentito davvero orfano».

Interrogato sulla vicenda di John Galliano, silurato da Christian Dior per aver proferito accuse antisemite e poi caduto in disgrazia per gravi dipendenze dall'alcol e dalle droghe, Elbaz ha voluto riprendere il concetto cristiano di perdono.

«È vergognoso quanto la gente abbia la memoria breve. Desidero solo portare ad esempio la Bibbia, e non perché io sia un grande religioso, anzi, ma in tutte le religioni, che sia l'islamismo, il giudaismo o il cristianesimo, il perdono è fondamentale. Per cui spero che il mondo lo perdoni!».

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