Angelina Jolie si trova in Congo come inviata speciale delle Nazioni Unite insieme al segretario britannico per gli affari esteri William Hague.

I due stanno portando avanti una campagna per fermare le violenze carnali che si verificano nelle aree di conflitto, dove spesso gli stupri vengono utilizzati dai ribelli e dai soldati congolesi come «armi di guerra».

La Jolie spera che la sua visita possa risvegliare le coscienze su questo grave crimine.

«Quello che vogliamo fare è attirare l’attenzione del mondo su questo problema, che si verifica in ogni guerra, in ogni crisi. È arrivato il momento di mettere fine all’impunità», ha affermato sul The Telegraph.

Parole che fanno eco a quelle di Hague, il quale ha intenzione di portare la questione al summit annuale del G8 a Londra, il mese prossimo, che metterà intorno a un tavolo i grandi della terra.

«Se si vuole risolvere un conflitto bisogna risolvere il problema delle violenze sessuali. Gli stupri vengono infatti utilizzati come strumenti di guerra, mettono in ginocchio le comunità e rendono sempre più difficile alle persone riprendere la loro vita», ha spiegato.

L’International Rescue Committee ha fatto sapere all’Associated Press di aver offerto aiuto a oltre 2.500 donne violentate nel paese lo scorso anno.

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