Avete mai pensato di fare la spesa dal… contadino? Insalate e ortaggi coloratissimi e di stagione, frutta profumata e gustosa, e ancora varietà locali, rare e succulente, direttamente dal produttore al consumatore. Con la genuinità, convenienza e sostenibilità che solo il contadino può garantire.

Questo è ciò che promettono i Farmer’s Market, nati in America agli inizi del 2000 per diffondersi a macchia d’olio fino a noi. Nulla di nuovo in realtà, almeno per le nostre nonne e mamme abituate ai vecchi mercati rionali in cui i produttori portavano le loro primizie per venderle direttamente ai consumatori.

Una pratica che arriva dunque dal passato e oggi ritorna prepotentemente in auge, addirittura ufficializzata (nel nostro paese) nel 2007, grazie ad una Legge Finanziara che promuove lo sviluppo dei mercati degli imprenditori agricoli a vendita diretta.

Facile intuire i motivi del successo.

Prima di tutto la freschezza e la stagionalità dei prodotti. Il rapporto fra produttore e consumatore è infatti diretto e questo sta a significare che il cespo di insalata, le patate, i cetrioli o le zucchine che stiamo comprando sono davvero fresche, perché non hanno dovuto attraversare l’usuale iter di stoccaggio e trasporto proprio della grande distribuzione. Alla freschezza si aggiunge poi la stagionalità, concetto del tutto relativo nella “globalizzazione” che ormai domina i reparti ortofrutticoli dei supermercati.

In secondo luogo la filiera corta è garanzia di trasparenza e riduzione del prezzo finale, a vantaggio di chi compra ma anche di chi vende: all’innegabile drastica riduzione dei costi di trasporto e distribuzione si accompagna l’abbattimento di quelli legati al packaging. Un vantaggio per le nostre tasche, ma anche dell’ambiente: acquistando direttamente dal contadino, infatti, gli imballaggi e il trasporto a lungo raggio delle merci diventano inutili, determinando un netto risparmio di risorse, di energia e di emissioni nocive.

Inoltre acquistare a km zero, direttamente da un’azienda agricola del proprio territorio, significa valorizzare la tipicità dei prodotti locali e delle varietà meno conosciute, ignorate dalla grande produzione perché troppo care o di scarsa resa, contribuendo in prima persona a proteggere la biodiversità e a salvaguardare le tradizioni culinarie locale.

Senza dimenticare poi la possibilità di conoscere direttamente i produttori e portare un po’ di campagna nel grigiore della città. Diciamola tutta, i Farmer’s Market sono dei posti molto piacevoli per chi cerca “una boccata d’aria fresca” nel grigiore della città. Mondi fatti di tradizione, colore, profumi e sapori di una volta, occasione di conoscere personalmente i produttori e di avere precise garanzie sulla qualità e la freschezza di quanto portiamo in tavola. Consuetudini ormai perse, il cui recupero può rivelarsi sorprendentemente piacevole.