L’immagine che vedi qui sopra probabilmente l’hai già vista pubblicata, magari su un poster. E’ una delle foto simbolo di Parigi e dell’amore: due innamorati che si baciano davanti all’Hotel de Ville, incuranti della folla e abbandonati nel loro incanto. E’ stata per molto tempo considerata l’esempio della capacità della fotografia di fermare il tempo e catturare l’attimo come solo l’occhio di un fotografo sa fare.

Bene, questa immagine in realtà è un falso.
I due giovani sono aspiranti attori, Francoise Bornet e il suo fidanzato, cui il famoso fotografo francese Robert Doisneau chiede di mettersi in posa per scattare una foto mentre prepara un servizio per la celebre rivista Life. Il falso viene a galla solo nel 1992, quarantadue anni dopo lo scatto, quando un’altra coppia di giovani sostiene erroneamente di essere la protagonista della foto. A questo punto Doisneau deve svelare il retroscena e l’identità dei ragazzi e Francoise si presenta al fotografo con la stampa autografata che lui stesso le regalò. Stampa che sarà poi venduta all’asta nel 2005 al prezzo di 155.000 euro.

Delusa? Probabilmete sì, perchè non si può spezzare l’incantesimo di un poster, regno delle nostre aspirazioni, e perché un fotografo dovrebbe raccontare solo ciò che è realmente accaduto. Se però Doisneau potesse parlarti (è morto nel 1994) ti risponderebbe con una sua celebre frase: «Il mondo che cercavo di mostrare era un mondo nel quale mi sarei trovato bene, dove la gente sarebbe stata gentile, dove avrei trovato la tenerezza che mi piacerebbe ricevere. Le mie foto erano come la prova che un mondo così può esistere ».
E così, nella mostra milanese allo Spazio Oberdan, "Robert Doisneau, Paris en Liberté", il fotografo, oltre a questa celebre fotografia, ti mostra tutta la grazia e il fascino della vita parigina che ha immortalato per quasi sessant’anni: sia la vita dei bistrot, dei mercati di Les Halles e dei clochard, sia quella degli intellettuali, degli artisti e dei musicisti.
Ci restituisce la Parigi per antonomasia, quella che tutti sognamo prima di esserci stati, che Doisneau ci racconta con ironia e affetto, come chi ha capito così bene la realtà di una cosa che è in grado di analizzarla, scomporla e reinventarla. Fino a farla diventare vera.