Nelle ultime settimane ha fatto discutere il "muslim ban" deciso da Trump per impedire l'ingresso negli Stati Uniti dei cittadini di alcuni paesi di religione musulmana, tra cui Iran, Siria, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen e Libia: per 3 mesi a chi ha un passaporto emesso in questi paesi non può entrare negli USA ed è stato negato l'asilo ai rifugiati per 4 mesi.

Un giudice federale ha bloccato il decreto, ma il solo fatto che The Donald abbia avuto una trovata del genere (che ha un solo precedente: dopo gli attentati alle Torri Gemelle, l'allora Presidente Bush aveva bloccato l'ingresso dai paesi da cui provenivano gli estremisti islamici) ci fa rabbrividire.

Per tutta risposta, sui social e in tutto il mondo si sono alzati scudi di protesta. Il MoMa ha dato il suo contributo allestendo la sala al quinto piano, dove è esposta la collezione permanente sul Modernismo Occidentale, per mettere in mostra gli artisti dei paesi musulmani bannati da Trump.

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L\'opera di Zaha Hadid "The Peak Project, Hong Kong China, 1991" esposta al MoMa

Le opere di Picasso, Cézanne, Boccioni, Matisse hanno lasciato posto ai dipinti dell'artista sudanese Ibrahim el-Salahi e a quelli degli iraniani Charles Hossein Zenderoudi e Marcos Grigorian, Alle sculture di Parviz Tanavoli e alla proiezione delle opere di video art di Tala Madani, entrambi iraniani, e alle opere dell'archistar di fama internazionale Zaha Hadid, mancata lo scorso anno.

Un gesto significativo, che apre le frontiere con il potere dell'arte e della cultura.

Nella foto in alto i visitatori ammirano un'opera della fotografa iraniana Shirana Shahbazi esposto al MoMa.