A Rio 2016, l'Italia è stata l'unica Nazione a qualificare (e portare fino alle fasi finali del torneo) entrambe le sue squadre di pallanuoto, e questa impresa dovrebbe bastare a far venire voglia di saperne di più sui nostri campioni. Ecco allora qualche curiosità per continuare a fare il tifo per loro anche dopo le Olimpiadi. 

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La storia dietro al nome La squadra maschile deve il nome Settebello all'abitudine di giocare a carte durante le lunghe trasferte, come hanno raccontato alcuni giocatori a un radiocronista durante le Olimpiadi di Londra 1948. Da allora quello è rimasto il soprannome dei ragazzi, mutuato anche per la squadra femminile come Setterosa. 

I capitani Per il Settebello c'è Stefano Tempesti, 37 anni, il portierone che i compagni di squadra salutano al grido di "C'e' un solo capitano". "Non potevo avere riconoscimento migliore" ammette lui. Prima di partire per il Brasile l'Albatross di Prato aveva annunciato l'addio alla Nazionale, ma non il ritiro: potremmo vederlo ancora nella sua Pro Recco, la squadra in cui milita da quattordici anni. 
Le ragazze, invece, sono guidate da Tania Di Mario, 37 anni, romana di nascita e catanese d'adozione. Anche lei ha annunciato di voler lasciare la Nazionale dopo l'Olimpiade (la terza della sua carriera), ma nel suo futuro c'è anche un certo desiderio di maternità. 

Dicono di loro "I miei sono stati eroi e gladiatori dal punto di vista fisico perché abbiamo superato ogni avversità quest'anno con la forza della volontà, uno staff medico all'avanguardia e la grande disponibilità dei miei giocatori" è l'elogio del ct Campagna.
"La cosa che mi è piaciuta di piu' è che dal primo giorno che abbiamo messo piede a Rio abbiamo sempre guardato le cose in positivo, sempre facce sorridenti, visi sereni, il modo giusto di affrontare le situazioni - spiega il ct Fabio Conti - La cosa che mi è piaciuta di meno? Ancora la devo trovare".