Com'è, davvero, la vita da modella? Daniela Azzone ha sfilato per stilisti famosi: da Valentino a Yves Saint Laurent, da Chanel a Dior. Oggi che ha lasciato le passerelle ed è madre di tre figli,ha deciso di raccontare i suoi 10 anni da top (più o meno dal 1985 al 1993) in un libro dal titolo Voglio essere una top model (Leggereditore, € 14,90).


Le abbiamo chiesto di rivelarci le 8 cose che noi "umane" non sappiamo della vita da modella. Eccole!

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

1. È un lavoro difficile difficile, competitivo e soprattutto molto
professionale. Non ci si improvvisa: bisogna studiare.

Come in tutte le professioni, studiare permette di avere una maggiore preparazione e professionalità rispetto a chi s'improvvisa. La concorrenza è spietata, specialmente grazie a internet, e quello che può fare la differenza è studiare per sapere come camminare, come interpretare un certo modello di donna in base al vestito, come indossare ma anche come togliere una giacca durante una sfilata. Per fare un servizio fotografico non basta rimanere ferme davanti all'obiettivo, è necessario sapere come guardarlo e rimanere in posa; essere pazienti senza fare trapelare le proprie emozioni, aspettando che il fotografo trovi l'angolazione o la luce giusta. Tutto questo è possibile impararlo frequentando un corso tenuto da professionisti. A mio avviso non c'è la scuola perfetta: ce ne sono alcune buone, ma anche tante di basso livello. Io personalmente ho frequentato il corso di portamento presso l'accademia di moda Koefia a Roma, dove sonostata seguita da insegnanti che mi hanno dato le basi per potere iniziare a sfilare in modo professionale. 

2. È fondamentale trovare un'agenzia seria che si impegni a tutelarti, oltre che a farti lavorare.

La rete crea false illusioni; basta realizzare un sito, una pagina Facebook o pubblicare delle foto su Instagram per pensare di essere già delle modelle. Invece, oggi più che mai è necessario affidarsi a dei professionisti per districarsi tra le offerte che arrivano, evitando di incorrere in pericoli o situazioni ambigue; specialmente perché quando sei molto giovane (le modelle hanno anche 16 o 17 anni) non sei ancora in grado di valutare correttamente cosa è bene fare e cosa no. Un'agenzia di modelle ti aiuta a scegliere e ti consiglia cosa è meglio per la tua carriera. Ti garantisce la serietà dei contratti stipulati, ti tutela in caso di controversie, o semplicemente ti aiuta e supporta nelle problemi che possono insorgere durante il lavoro.

Nel romanzo Voglio essere una top model racconto, per esempio, un episodio strano accaduto a una mia amica durante un servizio fotografico: l'ho fatto per ricordare alle aspiranti modelle di stare attente e non farsi abbagliare da promesse di carriera facile o anche solo dai soldi facili.

Io mi ritengo particolarmente fortunata: mentre ancora frequentavo il corso, l'accademia stessa mi ha proposto a uno stilista per sfilare in occasione dell'Alta Moda a Roma. Durante l'evento sono stata notata da un'agenzia di modelle, la Fashion Model di Milano, che mi ha proposto di lavorare  con loro; nel giro di poco tempo ho fatto svariati servizi fotografici e sfilate in giro per il mondo.

3. Questo è un lavoro (seppure glam): la motivazione è fondamentale. 

Quando ho cominciato a lavorare non credevo fosse tanto duro e faticoso. Tutti pensano che si tratti solo di sfilare, viaggiare e indossare abiti magnifici. Poi, quando inizi, capisci che sono necessari molti sacrifici e una grande forza di volontà. Sicuramente deve esserci una motivazione forte che ti spinge a non mollare alle prime difficoltà. Avendo poca stima di me, la mia spinta è stata dimostrare a me stessa e agli altri quanto valevo; poi è subentrata la voglia di migliorare per essere non solo bella ma anche brava nel mio lavoro.

4. Il cibo e il sole sono "razionati": sempre (o quasi).

Fortunatamente non ho mai avuto problemi di linea e questo mi ha permesso di mangiare quasi tutto, sebbene se con criterio. Sicuramente quello che consiglio è di seguire una dieta equilibrata e fare molto sport, in modo da poter soddisfare il palato senza incorrere in incresciose situazioni... come arrivare da un cliente e non potere sfilare perché non corrispondi più alle misure che hai indicato sulla tua scheda!

Per quanto riguarda il sole, ahimè, il divieto è assoluto e l'ho scoperto sulla mia... pelle! Una delle prime volte sono arrivata a una sfilata dopo aver passato un paio di giorni al mare e per poco non sono stata "sbranata" dalla truccatrice: da quel giorno sono rimasta sempre bianca come il latte!

5. Ti può capitare di posare in pelliccia con 35 gradi e di dover far finta che vada tutto benissimo. Devi essere gentile e sorridere anche al più antipatico dei fotografi. Questo ti forgia il carattere e ti rende più forte. 

Sicuramente il rapporto con i fotografi non è sempre facile. Può capitare di dover lavorare con persone eccentriche, scorbutiche, che ti trattano male e con le quali non riesci a trovare una sintonia. Ma può anche succedere che si crei un feeling con loro, e che ti facciano sentire perfettamente a tuo agio anche in situazioni di disagio, come appunto indossare delle pellicce in piena estate o dei bikini in una gelida giornata d'inverno. La pazienza e la determinazione sono caratteristiche che una modella non può non avere.

Una volta posai per Helmut Newton, era un servizio per una campagna di pubblicità. Ricordo il mio imbarazzo: intanto perché ero davanti a uno dei maestri della fotografia e poi perché non parlavo una parola d'inglese. Dopo le presentazioni, lui mi fece capire che dovevo salire su un cavallo ma io, avendo paura dell'altezza, rifiutai. Alla fine, dopo svariate richieste, mi disse di indossare una crestina da cameriera e assumere un'espressione maliziosa. Io, sentendomi fuori luogo, posai impacciata e rigida, consapevole che lo stessi irritando. Lui, però, non si scompose, mi sorrise comprensivo e continuò a farmi cambiare posizione finché dimenticai l'imbarazzo.

6. Bisogna sforzarsi di tenere i piedi ben ancorati per terra.

La cosa migliore è continuare a studiare, anche se può risultare complicato e a volte incompatibile con le tempistiche serrate degli impegni di lavoro. Questo perché non sai mai quanto durerà la tua carriera: è inevitabile che, prima o poi, arrivi qualcun'altra più giovane a prendere il tuo posto. Purtroppo in questo lavoro si inizia e finisce presto. Ma il vero rischio è il  successo veloce che, quando arriva, può dare alla testa ed essere difficile da gestire. Per questo motivo è importante avere sempre qualcuno accanto che ti sappia aiutare, suggerire o supportare. La famiglia gioca un ruolo fondamentale in questo percorso, perché quando sei molto giovane non puoi prendere le decisioni importanti da sola: tendi a vivere il presente, senza vedere il futuro.

7. Anche se fai la modella... i vestiti te li devi comprare tu!

Mi considero una modella sui generis; fin dall'inizio della mia carriera non ho mai preso in prestito dagli stilisti i vestiti con cui sfilavo, se non in rarissime occasioni. Sicuramente quando diventi famosa le persone con facilità tendono a regalarti abiti e accessori, anche solo per poter dire in giro che tu vesti con quella marca. A me personalmente è sempre piaciuto andare in giro a fare shopping, da sola o con le amiche: anche se il mio abbigliamento preferito è costituito da jeans e maglietta, forse perché rispecchia la mia vera natura, quella di una ragazza semplice.

8. Devi stare più attenta che mai agli uomini

Il mio aspetto fisico è sempre stato motivo d'imbarazzo per me, specialmente l'altezza: lo considero un difetto e se anche mi ha permesso di intraprendere la carriera di modella, continuo a ritenerlo motivo di disagio. Lo dimostra il fatto che ancora oggi non riesco a indossare i tacchi alti per paura di mettere in imbarazzo le persone che mi circondano.

Il rapporto con gli uomini mentre facevo la modella non è stato facile, ma la mia ingenuità mi ha permesso di non farmi coinvolgere troppo dalle attenzioni altrui che, il più delle volte, risultavano fastidiose. Non ho mai creduto alle lusinghe che mi rivolgevano: anche se non nego che a volte sono state, e sono, gratificanti.

immagine non disponibilepinterest
Getty Images