Attenzione: da qui in poi è tutto uno spoiler! Ti abbiamo avvertito.

La sesta stagione di Game of Thrones è arrivata a metà e come al solito ci sono colpi di scena, morti ammazzati, personaggi che vorresti vedere impalati, altri che vorresti abbracciare forte e trasformare in pupazzetti da tenere sempre con te.

Uno di questi, naturalmente, è Jon Snow, perfetto come bambolone gonfiabile da camera, e l'altro è Hodor, il gigante buono che tutti amiamo anche se fin dall'inizio ha detto solo una parola, "Hodor". Guarda, ci sono anche tutti i gadget!

Con la quinta puntata il mistero su di lui si risolve (anche se non siamo ancora sicure che ci sarebbe piaciuto saperlo. SPOILER ALERT!), ma nella nostra mente, e in quella di tutto l'internet, si insinuano mille dubbi su quello che è stato e quello che sarà dei nostri amatissimi, ma anche odiatissimi, personaggi. 

Allora, cominciamo dall'inizio. Bran Stark, dopo essere scomparso nella quinta serie, è tornato e lo vediamo all'interno della grotta del corvo dei tre occhi, dove si sta dilettando con lui e i suoi poteri: quello della metamorfosi, in cui prende possesso dei corpi altrui, e quello dei Sogni Verdi. Nei suoi momenti di ipnosi, in cui vedi i suoi occhi coprirsi con un velo bianco, viaggia nel passato e si ritrova catapultato in scene in cui rivede il padre Ned Stark a Grande Inverno. In questi stessi momenti adocchia anche il piccolo Hodor che ai tempi si occupava delle stalle e ancora parlava. Sìsì, parlava. E da qui cominciano tutti i problemi.

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Nell'ultima puntata Bran va ancora nel passato, mentre il corpo giace inerme nella grotta. Ma insorge un piccolo, piccolissimo, problemuccio: fuori l'esercito degli Estranei si sta radunando ed è tempo di scappare più veloci della luce. Il ragazzo, però, è immerso nel passato anche con Hodor che, appunto per questo, rimane immobile all'interno della grotta senza poter agire. La soluzione è facile: mentre Bran si trova nel passato di Grande Inverno e vede il piccolo Hodor, si impossessa del suo corpo e lo fa risvegliare per riportarlo in sé nel presente. Sei ancora sintonizzata su questi passaggi passato-presente?! Ecco, bene, andiamo avanti. 

A questo punto sono tutti pronti per la fuga: Hodor si è risvegliato, Meera difende la compagnia, Bran è ancora addormentato che si fa i suoi trip. Ma, come al solito, non importa.

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Cosa succede? I tre finalmente riescono a darsela a gambe, ma per farlo devono chiudere la porta oltre la quale una massa indefinita di Estranei è pronta a farli secchi. A fare da argine è Hodor che ha un unico ordine: «Hold the door» in inglese, ovvero «Tieni la porta».

Il gigante buono con tutta la sua mole obbedisce, ma nel frattempo Bran è ancora nel passato e comunica attraverso il piccolo Hodor che, proprio in quel passato, cade vittima di una sorta di attacco epilettico e, steso a terra, comincia a pronunciare a raffica «Hold the door», fino a quando le parole non si fondono per trasformarsi in un unico suono «Hodor». Ecco, ancora quella storia del passato-presente. Insomma, Hodor aveva visto il suo futuro?!

Aspetta aspetta aspetta! Oppure vuoi dire che Bran può agire nel passato con conseguenze nel futuro?! No, stiamo scherzando. Questo spariglia tutte le carte ed internet ha cominciato a imbastire le teorie più disparate. 

Ecco, tutto quello che è frullato nella testa dei fan quando sono arrivati alla fine della quinta puntata di Game of Thrones:

1. Allora tutto quello che succede nel presente è colpa di Bran Stark?

Grazie Bran. Se Game of Thrones esiste è per merito tuo. E pensare che arrivati alla quinta serie ci eravamo quasi scordati di te.

2. Allora Bran Stark può tornare nel passato per cambiare il presente?

Su, forza, esprimete un desiderio. Il piccolo Bran Stark ormai può tutto. Facciamo fuori Ramsay Bolton?

3. Bran Stark non ha imparato niente da Ritorno al futuro?

Lo sanno anche i sassi, oltre a Marty McFly, che non bisogna interferire con il passato, se non si vogliono brutte conseguenze nel presente.

Adesso chi glielo va a spiegare a Bran Stark? Va bene spiegato sia nel presente che nel passato.

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