Ciao, sono una basic bitch, ovvero una st**nza qualunque. Non vedo l'ora di vedere Cinquanta sfumature di grigio, quando c'è il Festival di Sanremo non mi rompete lasciatemi stare per favore, penso che gli Ugg siano la migliore invenzione per il genere femminile degli ultimi 40 anni (dopo la pillola anticoncezionale e il Rabbit), quest'estate andrò sicuramente al concerto di Jovanotti, conosco a memoria le sei stagioni di Sex and the City e le dieci di Friends, ho pianto tutte le mie lacrime con il film Le pagine della nostra vita, e quando sono in Usa vado da Starbucks per usare il wifi a sbafo mentre mi bevo un caffè americano scottandomi la lingua.

Tutto questo fa di me (e di te, se ti piacciono le summenzionate cose) una basic bitch.

Lo dicono quei sfigati simpaticoni del sito CollegeHumor, che hanno creato uno dei loro celebri filmati ad hoc, ripreso anche da BuzzFeed. Mettici poi che Urban Dictionary, aka la bibbia del linguaggio moderno, definisce basic bitch una che non ha personalità, è noiosa e irrilevante, una che si crede top ma non lo è, ecco tu capisci che ce n'è d'avanzo per arrabbiarsi.

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Mettiamo pure che capiti spesso che ci piacciano tutte queste cose messe insieme, ma perché chiamarci basic bitch?

«Il fenomeno esiste, e possiamo definirlo come la rivincita del mainstream», spiega il sociologo dello Iulm Nello Barile, autore di Brand Renzi (Egea € 16). «È una reazione normale dopo i consumi sofisticati e intellettualizzati degli Anni Novanta, quando andavano la world music, il feticismo nella moda, quando la sottocultura è emersa e ha permeato la società».

Ok: paladine del pop va mooolto meglio. Rimangono comunque alcuni aspetti da chiarire.

1) Punto primo: intanto vorrei sapere perché i meravigliosi umoristi internettiani non hanno teorizzato l'esistenza dell'equivalente maschile, lo st**nzo qualunque. Insomma se c'è una basic bitch, ci sarà pure un basic asshole, un basic jerk, un basic-qualcosa-uomo, no? Invece non c'è. Come a dire: le cose che piacciono a voi femmine sono basiche, ordinarie, irrilevanti. Le cose che piacciono a noi maschi invece sono sofisticate, alte, pregne di contenuti. In effetti il calcio, il motociclismo, la formula 1, il porno, il film degli Anni Settanta con Lino Banfi sono concetti altamente filosofici. Non so tu, ma io ci vedo un po' di maschilismo.

2) Punto secondo: chi l'ha detto che ciò che piace a molti è scadente, irrilevante, ordinario? Prendi i Beatles, la band più influente della storia, e anche la più venduta al mondo. Oppure Friends, la sitcom più popolare del Pianeta, che 20 anni fa ha fatto entrare nelle case di tutti temi come matrimoni lesbici, genitori single, sesso occasionale, persone che cambiano sesso (e il taglio alla Rachel, ovviamente).

3) Terzo punto: ma vuoi mettere quanto è bello far parte di un movimento totale globale? Quando saremo tutte lì sul divano a guardare il Festival di Sanremo e a twittare con @cosmopolitan_it a colpi di #CosmoSofà, saremo pure delle st**nze qualsiasi. Ma felici di esserlo!

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