Non esco mai di casa senza tacchi. Non solo perché sono una donna mignon: lo faccio per il senso di potere e la sinuosità ondeggiante che mi trasmettono. Li indosso e -tadah!- sono come Paperinik quando mette gli stivaletti gialli a molle e si trasforma in fumetto-eroe. Senza i miei stiletto sono persa. Eppure c’è un uomo che mi ha insegnato a sentirmi bene a piedi nudi a un pranzo di lavoro. Tieniti forte: è una rockstar.

Ero a Montecarlo per fare il reportage di un maxiconcerto charity che radunava musicisti e fashion designer internazionali. In programma c’era anche un lunch misterioso su uno yacht, una sorta di grand hotel galleggiante. Eccitazione alle stelle. Mi presento con top bianco, pantaloni, (forse da piccola ho guardato troppe puntate di Love Boat...) e tacco 12, ma all’ingresso scopro l’atroce notizia: «Benvenuta a bordo! Deve togliere le scarpe, le può lasciare qui, prego». UGH. COSA? Scendo rassegnata dai trampoli con il blocnotes in mano e mentre mi accorgo che l’orlo, studiato a misura di tacco, stava già lucidando il parquet, noto di fronte a me Jon Bob Jovi, il mitico rocker da milioni di dischi (hai presente Livin’ on a prayer?).

«Nice to meet you», mi dice sorridendo. Bam. Scalzo (fiuuuu, in barca siamo tutti uguali), pure lui bassino, ma a differenza mia disinvolto, in pieno possesso del suo magnetismo stropicciato, supersexy. Certo, lui è Bon Jovi. Ma è nato così o lo è diventato? Mentre parliamo di musica, miti, giornali, rimuovo dalla mente l’effetto mocho vileda dei miei pantaloni troppo lunghi e mi sintonizzo con lui, come una nota che trova la sua identità di frequenza legandosi a un’altra. Mi sento irradiata da quell’armonia, imbevuta del suo savoir faire, accarezzata da un’inaspettata brezza di autostima.

Perché «suonare una nota sbagliata sentendosi a proprio agio è insignificante. Suonarne una giusta senza passione è imperdonabile». Grande lezione di naturalezza ed eleganza da un musicista a piedi nudi! L’intelligenza empatica degli artisti, la trama della loro vita intessuta di sogni e dolore, il loro modo speciale di infrangere e personalizzare le regole possono farci da “tutorial”. Perché il carisma è un muscolo da allenare: con perseveranza, spirito d’osservazione e dosi massicce di humour.

Chi meglio di un’icona che trascina le folle su un palco può farci da modello? Lascia stare lo stereotipo “sesso droga rock and roll”: impara ad apprendere osmoticamente a scardinare gli schemi, a sentirti unica, a usare l’immaginazione invece delle regole. Mettendoci un po’ di sfrontatezza e menefreghismo. Farai molta strada! Su questo numero, a pag. 46 troverai un articolo in cui psicologi, stylist di celeb della musica, vocal coach e artisti ti svelano i segreti da rubare ai divi del pop. Pensa al potenziale inespresso della tua voce: “Lo strumento più bello di tutti ma il più difficile da suonare”, come diceva Richard Strauss: utilizzarla strategicamente, imparando dai cantanti qualche esercizio di respirazione, ti aiuterà a far valere la tua leadership.

Sai che l’astuta Margaret Thatcher prese lezioni di recitazione per abbassare il tono di voce ed essere più persuasiva? Potrai scoprire questo e molto altro, a partire dalla gestione dell’immagine sui social per arrivare alle regole di stile (nella carrellata di uomini a pag. 24 il più anticonformista, anche in costume, è Steven Tyler degli Aerosmith!) in questo superCosmo da collezione.

Sì, luglio è speciale e globale: per la prima volta la star di copertina, la dolcissima, tenace Katy Perry, è protagonista in contemporanea in tutte le edizioni del mondo. Sono 61, dai Paesi Bassi alle Filippine, passando per la Mongolia... Non perdere la sua intervista cult a pag. 36, in cui parla di uomini sbagliati, di amiche star, di come vincere le insicurezze. «Oggi potermi presentare in modo imperfetto mi rende felice. Mi fa sentire enormemente sollevata». Grande lezione anche da te, Katy.

Enjoy!

Francesca Delogu

Twitta con me @fradelog e seguimi su Instagram @francescadelog1