Ciao, volevo parlarti oggi di un testo che mi fa una certa tenerezza. A dire la verità ogni vicenda che riguarda la splendida Amy Winehouse mi suscita questo tipo di sentimento. Sì, perché vedo una giovane ragazza che è stata completamente in balia degli eventi, dotata di un cuore d'oro e di una voce unica. Help Yourself è una canzone tratta come singolo dal disco Frank, per intenderci quello precedente a Back to Black famoso per contenere la celeberrima Rehab.

La protagonista di questa canzone parla al suo compagno con dei temi che è raro che vengano utilizzati tra due giovani amanti. A quanto pare lui è un po' incasinato. Viene presentato come un venticinquenne rimasto intrappolato nei suoi sedici anni che continua a lottare con una delle grandi domande che di solito si pone un uomo: «È ora di diventare grandi?». Questo genera in lui tormento, rabbia e frustrazione che sembra scaricare sulla sua fidanzatina la quale, con diversi anni in meno di lui, sente la drammatica richiesta di sostegno da parte del suo partner che ha pure l'aria di essere uno pieno di sé, che alterna momenti di arroganza a capricci adolescenziali. Detta così non sembra un tipo molto affascinante, ma non dirmi che almeno una volta non ti è capitato un compagno così e che sia tu che molte tue amiche, trovandosi di fronte un caso del genere, non vi siate precipitate ad accoglierlo, coccolarlo, cercare di salvarlo? All'inizio c'è l'amore o quella cosa forte che si prova quando si preferisce per istinto salvare qualcun altro, alimentando l'illusione che tu invece stia benissimo. E poi? Se non sbaglio arriva la presa di coscienza che il rapporto, che dopo tanto sacrificio credevi si sarebbe un giorno modificato con la trasformazione del tuo amato "scappato di casa" in un principe azzurro, si logora. Però era così dolceee! See vabbeh! Finisce che tu non hai più la forza di curare quella persona che, restando sempre in quello stato di insofferenza, non ti gratifica per niente. La giovane protagonista di questa canzone dice, con la dolce e candida voce di Amy, di non poterci fare niente o meglio, «non posso aiutarti se tu non vuoi aiutarti per primo». Mica male per una ragazzina! L'amore, nella migliore delle ipotesi, è condivisione e nutrimento reciproco. Ci si può e anzi ci si vuole sostenere a vicenda quando si diventa compagni per la vita, ma il rapporto, come ho già detto, spesso rimane impostato con le dinamiche iniziali a meno che non ci si lavori parecchio… ma tanto! Non è meglio cercare di arrivare più sereni di fronte ad un potenziale partner? Va bene fare esperienze, ma traiamone insegnamento senza chiudere il tutto con laconici "era un matto" oppure "era uno stronzo"! Magari a un certo punto non saranno i campanelli biologici a decretare il momento "giusto" per dare vita ad un rapporto felice, collaborativo e duraturo, ma scaturirà da solo… E poi come dicevano i Beatles «Tomorrow never knows», ma almeno l'ignoto farà meno paura. PS: attenzione che certe volte vale anche il contrario. Occhi e cuore aperti!

Ascolta qui Help Yourself