"La sicurezza come prima cosa" è il motto di Bridgestone. Durante la visita del TCE (Technical Center Europe) alle porte di Roma è una frase che ho sentito numerose volte: come dargli torto? In effetti loro si occupano di pneumatici che, come fanno osservare, è l'unica parte della macchina a contatto con il terreno ed è inutile avere una macchina perfetta se poi le "gomme" non sono performanti. Da neofita mi si è aperto un mondo: quello che ho sempre dato per scontato non è forse così ovvio. Sono una guidatrice, ma ho sempre pensato alla macchina (o a qualunque altro mezzo) come un qualcosa in grado di prendersi cura di se stessa (per farla breve, ho scoperto che bisogna mettere l'olio nel motore poco prima di farla grossa). Figuriamoci per le gomme: se non si bucano allora va tutto bene. Errore! Bisogna controllare cose come pressione (una volta al mese!) e stato di usura (se sono lisce non hai aderenza e ciao frenata). Intendiamoci, io lavoro nella moda e l'unica usura che conosco è quella delle suole delle scarpe e dei tacchi. Giustamente mi hanno fatto notare che come vado dal calzolaio perché tutto sia a posto e non debba correre il rischio di ritrovarmi a piedi nudi, perché se hai il tacco quasi rotto non vai a ballare e dici ballo piano (cit.), lo stesso devo fare per le gomme. Per la mia sicurezza- e quella degli altri- devono sfiorare quasi sempre la perfezione.

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Lungi da me pensare che questo fosse un mondo in cui le donne possano trovare aspetti affascinanti: errore numero 2. Nei 17.000 acri che compongono il TCE, c'è un settore guidato da una donna: lei è Barbara Maria Secchi ed è a capo del settore che si occupa della ricerca di biomateriali sostenibili per sostituire le materie a base di petrolio. Dopo averci guidato all'interno del TCE per darci un'assaggio di quello che fa e quello che studia, racconta in una breve intervista del suo ruolo all'interno di Bridgestone e dell'importanza del suo lavoro e quello del suo team.

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Cosa vuol dire essere una donna a capo di un team (prevalentemente) maschile?

Potrà sembrare strano, ma in Bridgestone non ho provato alcuna sensazione correlata alla differenza di genere. Le sensazioni provate sono legate al ruolo, alle maggiori responsabilità e al fatto di dover abbandonare l'area di conforto "tecnica" per quella gestionale. I miei collaboratori non hanno mai dimostrato di avere particolari problemi per il fatto di avere un capo donna.

Il discorso sarebbe stato diverso se mi avesse chiesto del mio precedente lavoro, in cui avevo collaboratori eccezionali, che venivano però tormentati dai loro colleghi per il solo fatto che dovevano rispondere a una donna. Ma questo era tanti anni fa...

Che consigli può dare a chi si trova nella sua situazione? Problemi di rivalità? Accettazione dello status di potere?

Essere se stesse, comunque. Non bisogna cancellare le proprie prerogative per appiattirsi nel ruolo maschile. Noi donne possiamo dare tantissimo, semplicemente perché avendo un approccio diverso riusciamo a completare la visione delle cose; in più aiutiamo a portare armonia nell'ambiente di lavoro. E saranno i fatti a dimostrare che è proprio così.

Consigli di sopravvivenza per semplificarsi la vita se si lavora in un ambiente come il suo.

Sopravvivenza? Io ci vivo benissimo! L'importante è avere la mente aperta, non irrigidirsi mai davanti a persone che dimostrano di non gradire il tuo essere donna (non mi sto contraddicendo: ho lavorato con fornitori di tutto il mondo, qualcuno rigido l'ho trovato), fargli capire (con delicatezza) che abbiamo un cervello che ragiona. E usare le nostre prerogative come la nostra forza: la sensibilità, l'intuito, la nostra flessibilità, la capacitàdi essere multi-tasking sono armi potenti del nostro arco. Non dimentico mai la frase di Ginger Rogers: "Sulla scena facevo tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più lo facevo all'indietro e sui tacchi alti.".

Che consigli può dare a chiunque voglia seguire un percorso lavorativo come il suo?

Frequentando la scuola spesso ci chiediamo cosa serve o cosa non serve. Un mio professore mi disse: quello che studi oggi lo dimenticherai domani, ma l'importante è che tu sappia che esista e possa quindi ritrovarlo quando ti serve. Aggiungo: applica la logica in quello che fai, e troverai le risposte nelle domande, se ti fai le domande giuste. Sii curiosa e perseverante, non ti fermare al primo ostacolo. Usa Internet con intelligenza: ha molte più risposte di quante tu possa immaginare, ma applica il tuo senso critico prima di utilizzarle.

Il trend del riciclo o comunque di cercare di utilizzare prodotti ecosostenibili sta prendendo piede sempre in più campi, moda compresa. Da cosa nasce questo bisogno?

Per noi donne la risposta dovrebbe essere quasi scontata: per garantire un futuro ai nostri figli. Oggi come oggi le risorse che la Terra ci mette a disposizione e che dovremmo consumare in un anno le consumiamo in sette mesi. Per fare un esempio, siamo come una famiglia che finisce i soldi dello stipendio al 20 del mese. Ecco, noi stiamo facendo debiti con il nostro pianeta per arrivare a fine mese,ma il nostro credito sta finendo, e si vedono già i segni di sofferenza.

Può spiegare in maniera il più semplice ed esaustiva possibile i benefici materiali che porta l'applicazione dei suoi studi alla vita di una ragazza nel quotidiano?

Suppongo che parliamo dell'utilizzo di materiali rinnovabili nel pneumatico, o anche in altre applicazioni. A parte i benefìci che ho già citato per l'utilizzo di materiali di riciclo, l'utilizzo di materiali rinnovabili è una grande risorsa per l'Europa, che è povera di materie prime, e potranno garantire nuovi posti di lavoro, minore dipendenza dalle importazioni, recupero di terreni abbandonati, minore inquinamento (si sta studiando anche la cattura di anidride carbonica per trasformarla in materiali utili). Direi che non è poco...