Vuoi cominciare nel migliore dei modi la settimana? L'incipit di Teresa Batista stanca di guerra di Jorge Amado ci ha ispirato riflessioni e consigli. Leggi qui!

Dal momento che lo chiede con tanta buona grazia, giovanotto, io le dico: con le disgrazie basta incominciare. E quando sono incominciate, non c'è niente che le faccia fermare, si estendono, si sviluppano come una merce a buon mercato e di largo consumo. L'allegria, invece, compare mio, è una pianta capricciosa, difficile da coltivare, che fa poca ombra, che dura poco e che richiede cure costanti e terreno concimato, né secco né umido, né esposto ai venti, insomma una coltivazione che viene a costare cara, adatta a quelli che son ricchi, pieni di soldi.
Jorge Amado, Teresa Batista stanca di guerra (Einaudi, traduzione di Giuliana Segre Giorgi)


Che Jorge Amado ci perdoni, ma non siamo del tutto d'accordo con queste sue parole. Forse è vero che l'allegria è una pianta che richiede cure e dedizione: in effetti, quando le cose non vanno come vorremmo noi, è più facile lasciarsi andare alla tristezza, alle lamentele, alla rabbia, alla frustrazione. Ma questo non vuol dire che l'allegria non possa essere coltivata - e con ottimi risultati! - ogni giorno, finché (per seguire la metafora naturalista dello scrittore brasiliano) diventa una pianta così robusta che è impossibile da sradicare.
Ecco, questo potrebbe essere un bel compito per la settimana che inizia: coltivare l'allegria. Ridere forte almeno mezz'ora ogni giorno, per i motivi più diversi, anche i più stupidi: con i colleghi, con le amiche, con il fidanzato. Ridere perché forse non è vero che, come dice Amado, con le disgrazie basta incominciare. E se anche fosse vero, davanti a un contratto che non viene rinnovato, un'amica che tradisce, un fidanzato che dimentica un anniversario... be', l'allenamento all'allegria farà affrontare tutto con un altro mood.

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