Le vacanze sono quasi arrivate! Sei pronta per partire alla scoperta di mondi sconosciuti, incontrare persone nuove, darti alla sperimentazione gastronomica? Ecco, a questo proposito: paese che vai cibo che trovi. Ma che fare se il menu che ti ritrovi davanti presenta nomi di piatti mai sentiti nominare prima, quando addirittura non illeggibili?

Se non fosse per il peso (sono 988 pagine!) varrebbe la pena mettere in valigia 1000 cibi da provare nella vita di Mimi Sheraton Falcone (Rizzoli, € 24,90). Sottotitolo: La Bibbia dei sapori della decana del food writing americano.

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Noi ci siamo divertiti a tirare fuori da questo tomo i piatti con i nomi più assurdi (per noi italiani, ovvio) per capire di che si tratta. Senti qui...

In Galles ti potrebbero proporre un Welsh rarebit (una robina leggera: formaggio fuso mescolato con burro e panna o birra, versato su toast caldi imburrati), in Provenza una Brandade de morue (crema di merluzzo) oppure una bella Pissaladiére (una pizza elastica alle cipolle, con olive e a volte pasta di acciughe).

In Olanda e Belgio sentirai nominare il Paling in 't groen: non andare subito in panico, si tratta solo di anguilla (ecco, ora può partire il panico!). In Austria e Germania ti propongono un bel Hirn mit ei? Sorridi al cuoco (specie se è carino), ma prima di rispondere ya danke, sappi che si tratta di uova strapazzate con cipolle e... cervella. Ehm. Per uscire dall'imbarazzo chiedi un semplice Schlachtplatter (tagliere di prosciutti).

In giro per la Danimarca? Peccato che il Flaeskeaeggekage si trovi ormai solo nei ristoranti di campagna: si tratta di un delizioso pancake di uova e pancetta. In compenso un po' dappertutto troverai le Frikadeller (frittelle di carne) e il Morbrad med svedsker og aebler (maiale arrosto ripieno di prugne e mele): l'unico problema sarà ordinarlo in danese! In Svezia ti cucineranno delle Kottbullar (polpette) e lì vai sul sicuro.

Spostiamoci verso Est: che fai se in Russia ti offrono un Kotlety Pozharskie o una Solyanka? Tendenzialmente ti consigliamo di rispondere spasiba e accettare: il primo è una cotoletta di pollo, la seconda una zuppa di pesce.

Allontaniamoci un po' di più. Se in un ristorante in Vietnam o in Thailandia il cameriere ti dice Goi du du o som tam non credere che ti stia cantando una filastrocca: ti sta dicendo che nel menu c'è un'insalata di papaya verde! Se in Cina invece senti parlare di Qi guo ji non credere si tratti di una pratica parente del Qi gong: è banalmente una zuppa di pollo. Così come il Sung-shu-yu non è un'arte marziale simile al kung-fu, ma un pesce a forma di scoiattolo.

Infine, immaginiamo di volare in Africa: in Egitto potrebbero offrirti del Aish baladi (pane al cumino) e per dessert proporti Muhallabia oppure Aish-el-saraya (dolce a latte e dolce di pane); in Tunisia se ti dicono Maraqat al-Safarjal non stanno recitando una poesia in arabo ma proponendoti uno stufato di agnello e mele cotogne! Infine in Nigeria non indietreggiare davanti a un Efo riro: è solo una zuppa di verdure...

Che fare con tutti i piatti che non riuscirai a "decriptare"? Niente, chiudi gli occhi, fai un cenno di assenso al cameriere e sfida la sorte: potresti avere delle belle sorprese!