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Faye lavora alla Real Books, una libreria di Brooklyn. 
È lì che un giorno un tizio di nome Alex entra per comprare una copia di Colazione da Tiffany, celebre romanzo di Truman Capote che ha ispirato l'ancora più celebre film con Audrey Hepburn. Questo l'inizio del plot di Tutto cominciò con Tiffany dell'autore tedesco Christoph Marzi.
Nell'andarsene Alex dimentica in libreria un quaderno di schizzi. Per Faye, incuriosita da quei disegni, non è difficile rintracciarlo su Facebook e invitarlo a passare alla Real Books per ritirare il quaderno dimenticato. Quando lui lo fa, però, Faye casualmente non c'è. 
Ma ormai tra loro c'è un legame sottile, che sembra passare anche attraverso il nick name di Faye: Holly, proprio come la protagonista di Colazione da Tiffany, di cui Alex vorrebbe disegnare la graphic novel.
I due iniziano a scriversi, ma piano piano Faye si rende conto che c'è qualcosa che non quadra del tutto, in quello che lui dice.
E così è costretta a farsi la più classica delle domande, quella che prima o poi tocca a tutte: è proprio vero che niente succede per caso e quindi dietro ogni incontro ci sono un pizzico di magia e lo zampino del destino? Oppure la realtà è ben più prosaica (a volte pure deludente, diciamolo) e la "magia" appartiene solo alla fiction letteraria e cinematografica?