La tv? Può spiegare molte cose, compresa la realtà in cui viviamo o farci capire meglio il pensiero dei grandi filosofi. Perché quella scatola magica che si è evoluta fino a diventare una web tv contiene tante rappresentazioni del mondo contemporaneo. Un mondo legato con un filo diretto e affascinate alle origini della filosofia. Lo sa bene Tommaso Ariemma, autore del libro La filosofia spiegata con le serie tv (Mondadori, 2017), presentato in occasione della rassegna letteraria Umbrialibri (6-8 Ottobre, Perugia e 13-15 Ottobre, Terni).

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Ricordi pericolosi. Platone contro gli effetti collaterali della tecnologia

Un episodio della serie tv Black Mirror può esserci d'aiuto per riflettere sugli effetti collaterali della tecnologia: "Ricordi pericolosi", ultimo episodio della prima stagione. Come sempre accade nella serie, siamo in un futuro prossimo venturo: i protagonisti hanno impiantato uno speciale "registratore" sotto la loro pelle, dietro il loro orecchio. Il registratore permette di registrare perfettamente quanto vivono e, con uno speciale telecomando, di ritornare su queste registrazioni che hanno ormai sostituito i loro ricordi. Un modo perfetto per ricordare.

Tuttavia questo modo perfetto di registrare i ricordi e di ritornarvi rende i protagonisti stressati e paranoici. La capacità perfetta di ricordare produce in loro sofferenza (pensiamo solo a quante cose non vorremmo ricordare). Platone, più di 2000 anni fa, ci ha messo in guardia proprio dalla nostra capacità di creare supporti per la memoria. All'epoca, sul banco degli imputati in uno dei suoi dialoghi più belli, il Fedro, c'era la scrittura, pensate un po'.

Platone sostiene che i supporti per la memoria impoveriscono la memoria stessa e tutti i vantaggi che essa ci offre: se facciamo troppo affidamento su di loro, finiamo con l'impoverire la nostra capacità mnemonica. Infatti, uno dei protagonisti dell'episodio di Black Mirror, lacerato dai ricordi, si strappa con le proprie mani, violentemente, la protesi dietro l'orecchio che gli permetteva di registrare la sua memoria, trovandosi così senza più ricordi. Ma Platone va ancora oltre: comprendere i ricordi registrati, con la scrittura o con il futuristico registratore sottopelle, porta a dare un significato diverso a quei momenti. Nell'episodio, il protagonista vuole vedere i ricordi della sua compagna, dopo aver scoperto che lo ha tradito con un altro. Il dispositivo permette di vedere, dunque, anche le registrazioni dei suoi ricordi. Ma l'uomo tradito non può sapere le motivazioni che hanno spinto a tale gesto, vede solo quelle immagini che lo fanno andare su tutte le furie.

I supporti per la memoria sono manchevoli o possono essere troppo potenti, al punto da farci ricordare tutto, anche quello che la nostra memoria vorrebbe dimenticare. Platone usa per tali supporti, come la scrittura, un termine greco che dovrebbe suonarci familiare: pharmakon (farmaco). E, come i farmaci che compriamo per curarci, questi supporti possono avere degli effetti collaterali. Massima attenzione, dunque.

Ascolta Platone: non votare Waldo!

Il nostro filosofo non ci mette in guardia solo dalla tecnologia, ma anche dalle degenerazioni della politica: le due cose, lo vedremo, sono collegate.

Platone resta nella Storia come il filosofo che si è scagliato sia contro la tirannide, sia contro la democrazia. Per lui sono entrambe degenerazioni del buon governo, ed è facile passare dall'una all'altra cosa.

Platone, nel suo dialogo più famoso, la Repubblica, sostiene una forma di governo aristocratico, fatto cioè dai migliori, che, nemmeno a dirlo, sono i filosofi. Ovvero gli esperti nell'arte del distinguere, e dunque nel cogliere le idee, che viene chiamata dialettica.

Oggi nessuno oserebbe mettere in discussione la democrazia: una ragione in più per rileggere le pagine della Repubblica di Platone. Magari dopo aver visto un altro episodio di Black Mirror, Vota Waldo, ultimo episodio della seconda stagione.

Waldo è un orsetto turchese animato che appare su uno schermo, manovrato da un comico fallito. L'orsetto animato è il protagonista di un programma tv dove vengono intervistati, in modo satirico, i politici del paese. Proprio per il suo linguaggio scurrile e per il costante richiamo ai problemi più scottanti – alla cosiddetta "pancia" – dei cittadini, il comico che manovra Waldo si rende conto che può avere un suo successo politico. Waldo può candidarsi come alternativa a quei politici che irride e demolisce nel suo programma tv. Del resto, siamo in democrazia.

Ma in democrazia, sostiene Platone, è facile illudere le persone con promesse e frasi a effetto. Nella democrazia moderna, poi, siamo esattamente come all'interno di un altro celebre mito del filosofo greco: il mito della caverna. Platone, ancora nella Repubblica, immagina degli uomini incatenati in una caverna, che ritengono le immagini proiettate su una parete la vera realtà, quando sono solo le ombre della realtà esterna. La propaganda politica, propria della democrazia moderna, si serve anch'essa di flussi di immagini, tali da incatenarci alle nostre poltrone di casa e non solo, facendoci credere cose non vere. Del resto, non è stata la democrazia ateniese a condannare Socrate?

I cittadini rischiano di votare così degli incompetenti che potrebbero far precipitare il paese nel caos, preparando così la strada all'alternativa peggiore al malgoverno: l'uomo della provvidenza, il tiranno, che toglierà ogni libertà per uscire dal caos. Democrazia e tirannide sono, dunque, molto vicine tra loro e i peggiori regimi dittatoriali ben noti, come fascismo e nazismo, sono stati possibili proprio all'interno di un sistema democratico, all'epoca incapace di governare il paese.

Per Platone, invece, è il filosofo, cresciuto con una speciale educazione, capace di strapparlo alle catene della "caverna", a dover governare. Insomma, Platone suggerirebbe di non votare assolutamente i Waldo di oggi.