A volte succede. A prescindere da Saturno e dai moti planetari, il cielo si inchina e unisce la strada di due persone che erano dirette altrove. Un lui e una lei che avrebbero potuto non incontrarsi mai.
Offre loro l'infrangersi delle onde e il suono dei gabbiani come colonna sonora per quattro giorni in cui hanno aspettato il tramonto ogni sera solo per godersi le costellazioni di Cassiopea e Orione.

Per il resto del tempo hanno unito i loro corpi, mangiato in silenzio, bevuto dark&stormy, respirato la salsedine e il proprio profumo, parlato di tutto, ma più di ogni cosa di Massimo e Francesca. Intenti e assuefatti alla reciproca droga, mentre il giorno salutava la notte e la sabbia veniva bagnata senza scampo dalle mareggiate invernali.

Quando poi, attraversato in volo il mar Tirreno, sono tornati nella loro città eterna che aspettava solo di divorarli con un caos fin troppo reale, non c'è stato verso di farli smettere.
Come un'Araba Fenice che rinasce dalle ceneri, l'appassionata Scorpione Francesca aveva riportato a casa non solo un cuore nuovo, ma la consapevolezza che di qualunque segno fosse stato Massimo, non le importava.

Così nelle settimane successive hanno continuato vedersi incapaci di staccarsi per troppe ore, andando al cinema, a mangiare in trattoria, all'Orto Botanico, a passeggio nascosti tra i turisti.
Francesca, una sera, portò Massimo in un antica focacceria siciliana per fargli provare un panino. Lui, dopo il primo morso, pensò a certi pomeriggi della sua infanzia.
«A schetta o maritata?» chiedeva loro il cameriere, anche dopo la terza volta che li trovò lì.
«Schetta» rispondeva Francesca all'ombra di Trastevere.
«Maritata» ribatteva Massimo che amava il panino pieno e la versione farcita di ricotta.
Camminarono nell'aria fredda della notte e Massimo, come chi conosce bene le donne, prendeva la mano di Francesca e la metteva nella tasca del suo lungo cappotto, tenendola stretta a sé. Lei, inevitabilmente, a discapito del suo cinismo, lo considerava un gesto di grande affetto.

Era la fine di marzo e passarono le intere domeniche a fare l'amore con le persiane accostate a casa di lei dimenticandosi di mangiare, eccetto una volta in cui per tutto il giorno bevvero solo una bottiglia di vino.

Un sabato però ci riuscirono. Le giornate iniziavano ad allungarsi, a farsi più tiepide e andarono sulla spiaggia di Fregene per una passeggiata. Pranzarono in un piccolo ristorante sul mare dall'aria felliniana, quello che per Francesca, complice l'ottimo fritto, resterà il luogo preferito tra tutti quelli visitati con Massimo. Forse perché poi li sorprese la pioggia, tornarono alla macchina zuppi e fecero l'amore lì dentro, con i vetri appannati. Come due adolescenti.

La pelle di Massimo la chiamava a sé e ovunque andassero, c'era sempre una mano, uno sfioramento, una distanza ravvicinata tra di loro. Nonostante con i precedenti uomini lei non fosse mai stata un'appiccicosa, con lui era diverso.

Aveva iniziato a vedere di meno le sue amiche ma senza rinunciare a riti fondamentali quali il cinema del giovedì o la colazione a Monteverde. Loro ovviamente capirono e lo fece anche il suo capo, che ignaro dell'amore che aveva travolto la sua giovane adulta segretaria, non disse nulla quando lei chiese un altro giorno di ferie.

A forza di fare l'amore godendo di una grazia sconosciuta, si ritrovarono frequentemente ad anticipare le frasi dell'altro. C'erano però questioni universali su cui non c'era verso di pensarla allo stesso modo.

Massimo avrebbe mangiato broccoli anche a colazione, stimava i Genesis ed era un fan di Guerre Stellari. Se c'erano cose che Francesca avrebbe messo al bando era proprio quelle tre.
Come con i Beatles e gli Stones, la Roma e la Lazio, i mods e i rockers sulla spiaggia di Brighton, si ritrovavano a discutere sulla scelta delle serie tv da vedere, su dualismi inconciliabili.

«Polinesia francese» diceva Massimo.
«Islanda»replicava Francesca, scostando i capelli dal collo.
«Blur» continuava Massimo mentre le baciava le spalle.
«Oasis» sussurrava Francesca.
«Alain Delon» ribatteva Massimo scendendo sempre più giù, fino a baciarle il punto in cui le natiche si dividono.
«Mastroianni… Marcello» disse lei cercando di resistere, invano. Era già eccitata, sopraffatta dalla sua onda che si infrangeva dentro di lei. Così rideva, godeva e poi ancora rideva.

Poi, una notte, dopo aver fatto l'amore Francesca uscì sul balcone mentre Massimo ancora dormiva e pianse per la felicità.


L'autrice

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Alessia De Luca è nata a Roma e scrive oroscopi su alfemminile.com. Della sua serie sull'oroscopo, di cui sono stati già venduti i diritti tv, sono usciti Dimmi di che segno sei, Un segno dal destino e Nel segno della passione. Da leggere se ami le fiabe e vorresti che lui avesse occhi solo per te.

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