1. E' una storia vera anche se incredibile

Nel 1944 l'ereditiera Florence Foster Jenkins (una straordinaria Meryl Streep), tra le protagoniste dei salotti dell'alta società newyorchese, mecenate appassionata di musica classica, con l'aiuto del marito, l'inglese St.Clair Bayfield (un tenerissimo Hugh Grant), intrattiene l'élite cittadina con performance canore di cui è la star. Unico neo: è incredibilmente stonata e per chiunque l'ascolti davvero ridicola. Ma nella sua testa lei si sente una grande cantante. Il marito la protegge e non le svelerà mai la verità. Che salterà fuori all'ultimo, quando avrà l'opportunità di esibirsi in pubblico alla Carnegie Hall, senza inviti controllati… Quando lei guarda smarrita il pubblico che si sganascia dalle risate mentre lei fa gorgheggi improbabili, vorresti essere lì a consolarla. Che tenerezza!

2. Le scenografie e i costumi sono da urlo

E' uno spaccato della high society newyorchese nell'ultimo anno di guerra, che sembra sfiorarla da lontano. Il film, girato a Londra, ricostruisce perfettamente la New York dell'epoca. Gli abiti sono perfetti, le acconciature eccezionali. Una cura incredibile del dettaglio: niente è per caso. E il trucco-parrucco di Florence-Meryl è un capolavoro. Wow!

3. Coppia d'autore + 1

Che cosa si può dire di più su Meryl? E' magica! Un'interpretazione difficile come questa (una donna non più giovane, malata di sifilide (!) e anche molto buffa ed eccessiva) nelle sue mani diventa un gioco: tutto è reso lieve dalla sua voce, dai suoi movimenti dal suo sguardo pieno d'amore per il bel marito molto più giovane di lei. E lui, che all'inizio sembra un profittatore, in realtà si rivela una persona dolce, affettuosa, sensibile. Vicino a lei fino alla fine.

Il terzo impareggiabile interprete è Cosme McMoon (Simon Helberg), il pianista che le farà da maestro e la accompagnerà fino alla grande esibizione alla Carnegie Hall. Le sue faccette di imbarazzo di fronte alla cantante stonata, il desiderio di scomparire mentre lei canta davanti al pubblico e infine la scelta affettuosa di accompagnarla al pianoforte nella sua ultima esibizione: tutto è straordinariamente tenero e dolcissimo.

P.S. Ah, ma lo sapevi che uno dei programmi più richiesti all'archivio della Carnegie Hall è il concerto di Florence Foster Jenkins? E che nella top 25 dei vinili preferiti da David Bowie c'era The glory of the human voice, di Florence? Respect!