1. È una storia di sopravvivenza in chiave femminile

Dimentica Leonardo DiCaprio alle prese con gli orsi nel bosco. Il personaggio interpretato da Brie Larson è una donna che ha trascorso sette anni di prigionia dopo essere stata rapita da adolescente, ed è uno dei personaggi più coraggiosi che quest'anno si vedranno sul grande schermo. Dopo aver dato alla luce il figlio del suo violentatore, si cura di lui, lo fa crescere creando un ambiente divertente e affrontando da sola il trauma che la perseguiterà per sempre. E quando si rende conto che per loro non è più sicuro stare dove sono, farà di tutto per salvare il figlio.

In un anno in cui l'Academy ha visto insorgere molte proteste perché tra i nominati non vi sono molte differenze, Room è un film più importante che mai. Lo scorso anno tutte le pellicole candidate come Miglior Film erano la storia di un uomo. Quest'anno pensare alle donne potrebbe essere un passo nella giusta direzione.

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2. L'aggressore non è mai glorificato

L'uomo che ha rapito e violentato Ma, la protagonista, è appena una presenza accennata nella camera, e per una buona ragione. Il personaggio del "vecchio Nick", interpretato da Sean Bridgers, si vede in pochi scorci mentre la madre e il figlio sono imprigionati e scompare del tutto quando i due fuggono. Non è interessante, non è un antieroe incompreso e non c'è neanche un istante in cui viene chiesto allo spettatore di simpatizzare per lui.

Non c'è niente della serie «Sì, sono Dexter e, anche se sono un assassino a sangue freddo, sono un tipo speciale» (vedi serie tv Dexter). Emma Donoghue, la scrittrice dal cui libro è tratto il film, ha dichiarato a BuzzFeed «Mi piace come è stato introdotto in modo discreto, mi piace il fatto che in un primo momento si vede a malapena. Se si concentra l'attenzione sul rapitore e il sequestro è come se si spingesse il film verso la storia di un tizio psicopatico».

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3. Racconta la sopravvivenza a uno stupro con delicatezza, intelligenza e speranza

Un sacco di film e spettacoli trattano lo stupro come meccanismo drammatico, ma pochissimi di loro approfondiscono le implicanze psicologiche. Al contrario Room spende poco tempo sull'aggressione in sé e si concentra sull'impatto enorme che ha a lungo tempo sulla protagonista e sulla sua lotta per adattarsi al mondo esterno.

È lontano dall'essere un ritratto felice. Ma, la protagonista, è danneggiata nel profondo e spesso attraversa momenti di depressione paralizzanti che Jack, il figlio, chiama "i tempi andati". Ma, nonostante tutto, consegna un messaggio positivo, perché fa comprendere come chi soffre non deve considerarsi per sempre una vittima. Emma Donoghue scrive «Ogni volta che un film prende una donna che il mondo considera una vittima di stupro e si concentra sulla sua forza e sulla capacità di trasformare quel dolore in qualcosa di meraviglioso, diventa una pellicola profondamente femminista».

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4. La scrittrice Emma Donoghue ha scritto la sceneggiatura prima che il romanzo fosse pubblicato

Perché è una tipa tosta e non voleva che nessun altro facesse l'adattamento cinematografico. Non aveva mai scritto una sceneggiatura prima, eppure ha creato una prima bozza del copione definitivo che ora è candidato all'Oscar come Miglior Sceneggiatura non originale. Il regista Lenny Abrahamson ci ha lavorato insieme.

«Sembra arrogante, ma in realtà era perché mi sentivo meno intimidita in questo modo. Non avevo voglia di avere intorno registi che mi dicessero come trattare il mio romanzo. Ho voluto un confronto con me stessa».

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5. Brie Larson è candidata all'Oscar come Migliore Attrice Protagonista

Brie Larson è una star in ascesa sotto il radar da un po' di tempo. L'abbiamo già amata nel 2013 con il film indipendente Short Term 12 e ora, con questa performance, è tempo che stia definitivamente sotto i riflettori.

La preparazione di Brie Larson per il film è stata piuttosto hardcore: ha perso un sacco di peso, ha evitato la luce naturale, ha letto un sacco di riviste cartacee, si è isolata per un mese per capire veramente come potesse vivere la protagonista insieme al figlio Jack. A parte questi dettagli da backstage, la recitazione parla da sola. Brie Larson è commovente e straziante per tutto il tempo ed è in grado di svelare piano piano tutta la forza della protagonista, il suo coraggio e la sua capacità nel rimarginare le cicatrici psicologiche.

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6. Jacob Tremblay si prepara a essere una stella

Jacob Tremblay aveva solo 7 anni quando è stato girato Room ed è una rivelazione del cinema. Lo spettatore vede la storia attraverso gli occhi di Jack, quindi il suo personaggio deve essere quanto più convincente e trascinante nonostante la giovane età. Il suo ruolo, non è una sorpresa, è stato il più difficile da inquadrare.

Il produttore David Gross ha raccontato «La ricerca di Jack è stata più complicata del previsto. Abrahamson ha visto più di 2000 bambini in 7 città del Nord America. Si capiva che Jacob era speciale: era molto sicuro, fin troppo tranquillo. Aveva fatto degli spot pubblicitari e quella era la sua sola esperienza, ma era brillante. In poco tempo, quando l'abbiamo visto alle prese con Brie, abbiamo capito quanto fosse adatto».

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7. È un film che regala una riflessione seria sulla maternità

E ritrae la maternità come un'impresa eroica. Troppi personaggi femminili considerati forti sono considerati così perché in grado di trattare con energia un uomo, ma l'eroismo va oltre la forza fisica. Sta nell'intraprendenza del personaggio, nella sua profondità, nei suoi desideri, nella capacità di creare giochi per Jack. Questa è una profonda forza femminile.

Anche al netto delle circostanze eccezionali in cui si trovano i personaggi di Room, le donne che crescono figli sono delle vere guerriere. In un momento in cui Hollywood è invasa dai fumetti che parlano di supereroi, questo tipo di eroismo non può mancare. Si dovrebbero fare film di mamme-eroe e Room è già un buon inizio.

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