Se c'è qualcuno che ha saputo unire l'utile al dilettevole nelle arti visive, quello è sicuramente Armando Testa, pubblicitario di cui quest'anno ricorrono i cento anni dalla nascita e a cui il Mart - museo d'arte moderna di Trento e Rovereto - dedica un'esposizione multimediale imperdibile per chi ama le arti visive applicate alla pubblicità.
Testa è stato un grande innovatore della grafica pubblicitaria, e lo ha fatto attingendo - come recita il titolo della mostra di Rovereto - agli "ismi": futurismo, astrattismo e surrealismo. È stato in grado di cambiare la percezione di committenti e consumatori alzando di molto il livello della creatività pubblicitaria. Anzi, a volte è stato talmente all'avanguardia da non essere completamente capito, vedendosi perfino bocciare alcune idee considerate troppo innovative.
L'esposizione comprende circa 150 lavori: sculture, manifesti, video, pubblicità vere e proprie, spot TV, bozzetti, ma anche quadri e installazioni, tutti frutto della genialità di Armando Testa.
Nato a Torino nel 1917, Testa era dotato di un talento fuori dal comune, unito però a un senso dell'umorismo e a un'ecletticità rari anche per i nostri giorni, figuratevi anni fa! È per alcuni questo il suo valore aggiunto: quello di Testa è "un surrealismo giocoso e infantile" ha detto di lui il mercante d'arte Jeffrey Deitch.
L'esposizione del Mart di compone di tre parti. La prima presenta intervista e filmati di repertorio che contengono tutta una serie di aneddoti raccontati dal protagonista. Poi si prosegue con un allestimento di filmati, manifesti, quadri, fotografie e sculture che mostrano l'influenza che su Testa hanno avuto i maestri dell'arte moderna.
Alla fine del percorso, lo spettatore può vedere un video sulla comunicazione e l'immagine del futuro, a dimostrare quanto Testa fosse visionario e proiettato a quello che ancora doveva arrivare. Sempre con il sorriso sulle labbra e con grande ironia.
Corollario della mostra il catalogo edito da Electa, con saggi degli stessi curatori Gianfranco Maraniello e Gemma De Angelis Testa e - poteva mancare? - quello di Stefano Bartezzaghi.
Vedute dell'allestimento. Ph. Mart Rovereto, Jacopo Salvi