Noi di Cosmo abbiamo visitato in anteprima la mostra Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco, che inaugura oggi a Palazzo Reale di Milano e resterà aperta fino al 26 febbraio 2017, e siamo rimaste letteralmente folgorate dalla bellezza delle sue opere. Qui sotto ti diamo cinque buoni motivi per visitarla!
1. Italians do it better
Rubens era letteralmente innamorato dell'Italia, a cui ha dato tantissimo, quasi quanto ha ricevuto dal nostro Paese. Scriveva, pensava e... firmava in italiano. Il titolo della mostra, con i suoi due nomi italianizzati, non è affatto casuale. Alcune delle opere in mostra arrivano da Torino, Fermo, Roma, Napoli, Genova e Mantova, oltre che da San Pietroburgo, Vienna, Madrid, Berlino...
2. Make art, not war
Oltre ad essere un artista incredibile, pare che Rubens fosse una persona umanamente eccezionale. Pacifista in un'epoca di guerre, sfruttò le sue amicizie con i regnanti dell'epoca e mise a disposizione tutte le sue capacità diplomatiche per calmare i bollenti spiriti dell'epoca: pare che i negoziati di pace tra Francia e Inghilterra del 1630 cominciarono anche grazie a lui.
3. Più unica che rara
La mostra che apre oggi a Palazzo Reale è irripetibile per varietà di opere e numero di "prestatori" (privati e musei che hanno messo a disposizione opere di loro proprietà): 71 sono i dipinti (36 solo di Rubens) e le sculture presenti - provenienti da 42 soggetti diversi - che si sviluppano in un percorso espositivo non cronologico ma tematico. Quattro le sezioni: "nel mondo di Rubens", "santi come eroi", "la furia del pennello" e "la forza del mito", nelle quali il genio del pittore del Seicento viene messo a confronto con artisti a lui affini.
4. God is (not) in details
La grandezza di Rubens sta nella visione d'insieme, come detto nella sua grande umanità ma anche nel suo genio pittorico, che va visto sì nei dettagli (l'incarnato dei volti, i riccioli fatti con una sola pennellata...) ma soprattutto nella sua totalità. Il pittore fiammingo è un gigante e queste sue parole forse rendono l'idea della sua visione dell'arte: "ognuno secondo il suo talento! Il mio è così siffatto, che un'opera, per quanto in essa sia così grande il numero e la varietà delle cose da raffigurare, non ha ancora mai superato il mio coraggio".
5. La furia del pennello
È il titolo di una delle sezioni in cui si divide la mostra, quella forse con le opere più intense e significative di Rubens, che stando a quanti l'hanno conosciuto amava tanto la vita quanto l'arte. Qui si vedono con chiarezza l'impeto creativo e l'urgenza comunicativa del nostro, e quanto il suo linguaggio fosse personale allora ma risulti anticonformista anche ai giorni nostri.
Insomma, àrmati di un efficace antidoto contro la sindrome di Stendhal (un altro illustre estimatore dell'Italia!) e goditi questa irripetibile mostra. Non ci saranno altre occasioni per vedere così tante e preziose opere di Rubens tutte assieme, se non in una forma rimaneggiata nel 2018 a... Tokio.