1. Attenzione a non…scivolare. La S davanti a un'altra consonante può "scivolare" e può essere pronunciata come se avesse davanti una vocale, dando vita a un Schhh. Quindi una candida sposa diventa la schposa e non solo sbagli ma schbagli. Non trovi, però, che sia tutto molto più forte ed energico?

2. Le consonanti? Abbondiamo! (two is megl che one). Quando senti qualcuno cantare "tenimuce acusi, anema e core" senza raddoppiare la m, la c e la s, provi quasi un dolore fisico. Con quella pronuncia pallida e priva di pahots, ti assale il cosiddetto "male di vivere". Perché il napoletano è, prima di tutto, sentimento.

3. Prima parola d'ordine? Sintesi! Ai napoletani piace prendersela comoda, ma quando parlano…. vanno di fretta! Spesso le vocali alla fine delle parole vengono – come dire? – volutamente dimenticate. Facciamo diventa facimm e ridendo un melodico rirenn

4. Seconda parola d'ordine? Teatralità! Perché esclamare un sonoro «Ciao, che bello vederti!!» quando puoi esordire con un molto più sanguigno «Uèèèèèèèèèèèè»?

5. Terza parola d'ordine? Originalità. Non dici semplicemente «Pronto?» quando rispondi al telefono ma utilizzi un informalissimo «Uè-uè!!». Questa è la parola magica che sancisce subito il passaggio da un rapporto formale a uno amicale-fraterno!

6. Occhio all'accento. A Napoli l'accentazione delle parole è una libera licenza poetica. Quindi ordinerai uno yogùrt invece di uno yògurt e andrai in un hòtel e non in un hotèl. Che ci vuoi fare, sei nata in una terra di lirici e cantori raffinati..

7. Dimmi bene da dove vieni! Se il resto della popolazione mondiale considera napoletani anche i casertani, i beneventani e i cilentani, tu su questa cosa proprio non riesci a passarci su. Eh già, perché se ci sono differenze di cadenza anche tra chi è di Posillipo, della Sanità o del Vomero, figurati quando si parla di altre province. La stessa cosa succede quando in base all'accento tu chiedi «Ma sei di Napoli-Napoli?» quando scopri che, invece, la persona che ti ha detto di essere napoletana è, che ne so, di Pozzuoli! A quel punto in cuor tuo pensi: «Volevi fare il furbo, eh? Ma ti ho sgamato».

8. Sei un'attrice nata! Quante volte te lo sarai sentito dire? Non c'è niente da fare, non c'è estrazione sociale che tenga: se sei napoletana, l'accompagnare ogni parola in napoletano con un qualche gesto fa parte di te, del tuo dna. Forse l'essere così "esagerata" rientra nella tipica generosità partenopea, chi lo sa! C'è da dire, però, che se qualche tuo concittadino quando ti parla si avvicina troppo al tuo viso o ti "tozzolea" (ovvero, mentre comunicate ti tocca spalle o mani) magari può dare fastidio anche a te!

Per rappresentare una napoletana DOC in questo pezzo abbiamo scelto Luisa Ranieri, nata a Napoli-Napoli.

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