Anche tu, come molti italiani, non godi di quell'utilissimo benefit aziendale chiamato mensa, e gestisci i tuoi lunch in autonomia, certo, ma anche con la proverbiale (nonché tipicamente italica) "arte di arrangiarsi"? Allora anche tu probabilmente ti porti la schiscetta da casa (come la chiamiamo a Milano), o baracchino, gavetta, bento (alla giapponese) che dir si voglia. Oppure te la fai recapitare in ufficio da un servizio di food delivery.

Qui abbiamo individuato dieci categorie di schiscettaro sulla base di altrettanti comportamenti più o meno tipici: leggi qui sotto il nostro elenco, rigorosamente in ordine sparso, e scopri a quale appartieni!

1. Minimo sforzo-massimo rendimento. Se non hai tempo di prepararti il pranzo la sera prima e preferisci uscire a mangiare tutti i giorni, o meglio ancora farti recapitare il lunch comodamente sulla scrivania dal food delivery di turno, sei in cima al nostro elenco: take it easy ;)

2. Il (finto) perfezionista. A partire dal tupperware all'ultimo grido fino all'innovativo ritrovato per conservare il cibo, il soggetto 2 è sempre up-to-date sul packaging ma si rivela poi un bluff sui contenuti: pasta o riso in bianco, una triste insalata scondita, tonno appena uscito dalla tolla ecc ecc.

3. Il mammone. Evoluzione 2.0 del classico "butta la pasta", si porta la parmigiana di mamma facendo schiattare d'invidia gli altri commensali che pasteggiano a cibo precotto e/o scongelato...

4. Il salutista. È tutto una cruditè e formelle di segale integrale. Di proverbiale tenuta psicofisica, non cede nemmeno alle innumerevoli tentazioni fuoripasto e, manco a dirlo, per lui gli anni (e il girovita) sembrano non aumentare mai.

5. Il salutista al contrario. Alter ego del collega numero 4, arriva dopo aver saccheggiato il panificio dietro l'angolo con: quattro schiacciate al pomodoro, duecento pizze farcite, focaccine a gogo e ovviamente prodotti da forno dolci da accompagnare al caffè. Offrendoli a tutti come un novello satana: lui però, invece dell'anima ti chiede in cambio la circonferenza vita.

6. Il Gualtiero Marchesi del bento. All'apparenza è il più dimesso tra i tuoi colleghi, ma quando apre il suo pack to go capisci che il vincitore è lui: prelibatezze di ogni tipo spandono i loro profumi per tutta la saletta, mentre lui giura che a farlo "non ci vuole niente". Seh...

7. Il perennemente a dieta. Si mangia una barretta ipoproteica spezzafame accompagnata da un nauseabondo beverone depurativo. Salvo poi saccheggiare (non visto, crede lui) la macchinetta degli snack. Epic win.

8. Il teorico del complotto. Per lui non è importante cosa si mangia, ma dove. Sulla base di statistiche e algoritmi studia l'orario ottimale perché la saletta sia libera, non ci sia fila al microonde ma soprattutto l'area attigua alla macchinetta del caffé sia più deserta di un'autostrada di notte.

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9. L'asceta. Il suo motto è: non si vive per mangiare, si mangia per vivere. Per questo all'ora di pranzo spacchetta dall'alluminio la sua razione kappa sempre uguale: fetta di tacchino, crescenza e kiwi. Allegria!

10. Il volubile. È quello che ha la dieta più sana e variata, senza però rinunciare a qualche sfizio: un giorno si porta quello che cucina, un altro il panino e l'altro ancora l'insalata del take away biologico. Lui sì, che vince sulla lunghezza ed è il vero maratoneta della schiscia!

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