A volte la vita della segretaria di redazione, nonché PA del direttore del magazine, A.K.A. "Marina, aiuto, IL GUARDAROBA STA ANDANDO A FUOCO!" ha risvolti inattesi. Per esempio qualche settimana fa mi è capitato di seguire la troupe del servizio moda per il numero di novembre in una location molto speciale. Diciamo insolita per i nostri standard. Non era un teatro di posa né una spiaggia thailandese, bensì il Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

L'idea di Paolo e di Francesca, fashion director e direttore di Cosmo nonché grande appassionata di arte contemporanea, era quella di realizzare un servizio fashion all'interno dell'esposizione che raccoglie alcune delle opere più significative della collezione permanente del Mart, legando outfit sartoriali appena usciti dagli show-room a dipinti, sculture e installazioni di autori dei giorni nostri. Fontana, Depero, De Chirico, Melotti, Modigliani solo per dirne alcuni, i più famosi.

Davvero avevamo la possibilità di scattare in mezzo a quella meraviglia di quadri&sculture semplicemente in cambio di visibilità e ringraziamenti? Man mano che il carteggio elettronico si infittiva, ci siamo resi conto che questa stravagante ma elegantissima partnership si poteva fare. Così, alla fine dell'estate abbiamo deciso data e dettagli e siamo partiti per quella che si è rivelata una giornata tutta da ricordare.

Accoglienza da red carpet, visitatori incuriositi, raffica di domande da una parte e dall'altra (davvero per realizzare un servizio di moda serve questa quantità di abiti e accessori? Esiste veramente una figura, quella del curatore, incaricata di garantire personalmente che un'opera venga rappresentata proprio come l'autore, magari dall'altra parte del mondo, l'ha pensata?) e un'alchimia da far invidia alle pozioni di mago Merlino.

Al Mart abbiamo fotografato la nostra modella di fronte ad opere di valore inestimabile, visitato la collezione permanente, le mostre temporanee ma anche il dietro le quinte: gli uffici e gli archivi. L'entusiasmo di Susanna Sara Mandice, Carlotta Gaspari e Carlotta Fanti, oltre alla competenza della conservatrice Clarenza Catullo, ci hanno fatto conoscere questo museo e le persone che ne fanno una vera e propria eccellenza: oltre alle ragazze che si occupano di comunicazione, abbiamo visto all'opera le curatrici, le addette al marketing, le esperte dell'ufficio registrar (composto dai conservatori e da chi organizza logisticamente/praticamente le mostre) e Lodovico Schiera, l'art director che cura l'immagine del Mart: l'unico uomo, assieme alla guardia giurata che ci ha seguiti per tutta la giornata.

L'uso frequente del femminile non è casuale: le quote rosa al Mart sono predominanti, e anche le custodi presenti nelle sale fanno parte di un progetto sociale per impiegare donne della zona che per vari motivi hanno grande necessità di lavorare.

Al Mart abbiamo ammirato l'Archivio del Novecento, che custodisce gli oggetti appartenuti ad artisti contemporanei, come libri, volantini, dischi, lettere. Abbiamo scattato selfie di fianco a un quadro di De Chirico (ma ci pensi?) e ci siamo specchiati in un tulipano fotografato da Robert Mapplethorpe. Ci siamo persi tra i preziosi (ma anche complicati da interpretare) capolavori ospitati nel museo, commossi davanti alle opere della mostra sulla Grande Guerra e alle frasi struggenti che Marcello Fois ha scritto lungo la scalinata centrale, che cambia pelle ogni volta che il Mart ospita una nuova mostra ('E la rivelazione è che la bellezza è semplice, la pace, la vita').

immagine non disponibilepinterest
Getty Images

Insomma, non fosse che alla fine eravamo lì per lavorare, avremmo potuto letteralmente sparire nelle stanze di questo scrigno dell'arte dei nostri giorni. Ma il dovere ci ha richiamato all'ordine, e dopo aver avuto indicazioni su quali opere erano fotografabili e quali no (per questioni di copyright), Rafa Gallar, direttamente da Madrid, ha scattato otto foto dentro e fuori il Mart, una più bella dell'altra (modestamente parlando...).

Il Mart, nato nel 1987, nel tempo è diventato un polo d'attrazione culturale e un punto di riferimento importante per mantenere viva l'identità del territorio circostante, la provincia autonoma di Trento. Oltre al museo vero e proprio, Rovereto ospita la biblioteca, l'auditorium, il teatro, un parco pubblico e la caffetteria. Questa isola di bellezza, se non unica senz'altro felice, è sempe aperta alle novità (come ospitare un servizio moda, ad esempio) e forse per questo inimitabile. Mart, non cambiare mai. Anzi, cambia sempre!