Il sociologo polacco Zygmunt Bauman, scomparso il 9 gennaio 2107 a 91 anni, è stato tra i pensatori e filosofi più importanti di questo secolo. È stato lui, infatti, a parlare della nostra società come della società liquida e il suo pensiero ha toccato moltissimi temi legati alla contemporaneità dal lavoro all'amore, ma uno dei suoi insegnamenti più importanti e che in questi giorni sta tornando alla mente di molti è stato quello sulla felicità.

Felicità non significa una vita priva di problemi. Una vita felice si ottiene superando le difficoltà, fronteggiando i problemi, risolvendoli, accettando la sfida. Accetta una sfida, fai del tuo meglio e ti impegni a superarla. E poi sperimenti la felicità nel momento in cui capisci di aver tenuto testa alle difficoltà e al destino. Zygmunt Bauman
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Per Bauman, infatti, la felicità non è assenza di difficoltà, ma capacità di superarle. La vera felicità è fatta di conferme che otteniamo ogni volta che superiamo i momenti difficili, solo così costruiamo la nostra autostima, ma anche una vita più serena, consapevoli che siamo in grado di andare oltre gli ostacoli.

E a proposito della felicità, scrive ancora Bauman in L'arte della vita:

La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida. L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso. Zygmunt Bauman